Grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze e l’Accademia di Belle Arti, e al contributo di Unicoop Firenze, dal 2017 la Fondazione Palazzo Strozzi ha avviato il progetto Pausa d’arte: un’esperienza di formazione indirizzata agli studenti universitari per favorire lo studio dell’arte e la sua comunicazione.
A causa dell’attuale situazione sanitaria la Pausa d’arte, incentrata sulla mostra Tomás Saraceno. Aria, non ha potuto rispettare le modalità previste: la formazione è stata avviata, ma non è stato possibile organizzare le visite settimanali condotte dagli studenti per il pubblico di Palazzo Strozzi. Il progetto ha assunto una nuova forma online: gli appuntamenti con gli studenti a Palazzo Strozzi sono diventati incontri virtuali settimanali e le esposizioni orali si sono trasformate in un lavoro di scrittura che ha dato vita al progetto Glossario.
Il progetto è il frutto del lavoro di Sara Gavagni, Federica Giglio, Gianpaolo Irtinni, Arianna Laguardia, Marta Lorenzi, Maria Palleschi, Vittoria Rossini, Federica Pascarella, Silvia Villafranca, studenti del corso di Storia dell’arte contemporanea, professor Giorgio Bacci (laurea magistrale in Storia dell’Arte) e del corso di Storia dell’Arte Contemporanea, professoressa Tiziana Serena (laurea triennale in DAMS e Scienze umanistiche per la comunicazione), Dipartimento SAGAS (Storia, Arte, Geografia, Antropologia, Spettacolo), Università degli Studi di Firenze.
Un connettoma è una mappa comprensiva delle connessioni neurali nel cervello, uno schema elettrico di tutte le connessioni nervose di un organismo. È una rete complessa in continua trasformazione, che si riformula istante dopo istante a causa delle emozioni e dei comportamenti di ciascun individuo; la sua crescita prosegue dopo la nascita ed evolve durante l’arco della vita.
Connectome è una grande installazione di Tomás Saraceno formata da poliedri irregolari sospesi a mezz’aria e imbrigliati in una rete di fili che mette in comunicazione le forme geometriche con l’ambiente. Il fitto microcosmo di connessioni all’interno dei poliedri si estende progressivamente fino ad abbracciare l’architettura del palazzo, mentre le superfici specchianti catturano frammenti di immagini circostanti generando ulteriori collegamenti visivi. L’opera richiama il sistema di connessioni di cui fanno parte l’universo interiore e quello cosmico.
Il ballooning è la pratica che permette ad alcune specie di aracnidi di volare tramite la produzione di un’apposita seta molto resistente che, trasportata dal vento, funziona come una sorta di paracadute o mongolfiera. I ragni riescono così a evitare la concentrazione di esemplari in uno spazio ristretto con conseguente mancanza di cibo e a muoversi da un posto all’altro percorrendo anche decine di chilometri al giorno e arrivando anche a quattromila metri di altezza da terra. Lo studio di questo fenomeno partì proprio da avvenimenti inspiegabili come la “pioggia” di ragni o il ritrovamento di filamenti di tela in montagna che si credeva fossero caduti dallo spazio.
Il particolare filo di seta del ballooning ha ispirato Tomás Saraceno per l’installazione Sounding the Air. Cinque fili di seta di ragno estremamente resistenti sono utilizzati come le corde di un grande strumento musicale il cui movimento è indotto dallo spostamento dell’aria, causato a propria volta dal movimento e dai suoni emessi dai visitatori nella sala.
Con habitat si indica l’insieme delle condizioni ambientali in cui vive una determinata specie di animali o di piante. Per estensione, in ecologia, denota le condizioni generali di un insediamento urbano e il complesso delle strutture, naturali e artificiali, che lo caratterizzano.
Nell’opera Webs of At-tent(s)ion Tomás Saraceno elabora un habitat atipico composto da più ragnatele, in cui coesistono il lavoro di tessitura dei ragni e l’intervento dell’artista. Facendo lavorare a turno specie diverse – e la ragnatela di ogni specie ha caratteristiche differenti – nello stesso spazio, Saraceno lascia ai ragni la possibilità di creare il proprio habitat naturale, ma in forme che non potrebbero esistere in natura: tele con caratteristiche e forme diverse entrano in stretta relazione senza collisioni. L’opera invita dunque a riflettere sulla necessità di collaborazione e coesistenza tra esseri viventi che condividono lo stesso spazio.
L’Universo è l’insieme dei corpi celesti (pianeti, stelle, galassie, polveri e gas) che si muovono sotto l’influsso della forza di gravità creando delle strutture. Pianeti, stelle e satelliti tendono a riunirsi in sistemi, che a loro volta si raggruppano formando le galassie. La concentrazione di centinaia di galassie forma strutture sempre più grandi e articolate che prendono il nome di ammassi di galassie. Gli ammassi si attraggono generando aree di maggiore o minore densità di materia nell’Universo. Attraverso specifici software oggi siamo in grado simulare i movimenti e visualizzare questa struttura che prende il nome di rete cosmica.
Nell’opera How to Entangle the Universe in a Spider/Web Tomás Saraceno utilizza un laser 3D in movimento per analizzare la struttura di alcune ragnatele, enfatizzandone la loro complessità e consentendo una visione impossibile a occhio nudo. Le variazioni di densità e la struttura a filamenti delle tele, visibili grazie al laser, trovano un’analogia con la struttura della rete cosmica in un’incredibile continuità tra micro e macrocosmo.
Il termine particella indica un piccola parte, una frazione assai minuta o la quantità minima di qualche cosa. In ambito scientifico (in fisica) la particella denota un costituente microscopico della materia. Nel lavoro di Tomás Saraceno ricorre l’attenzione verso l’infintamente piccolo, ciò che è parzialmente precluso alla vista, ma che ha un impatto sulle nostre vite come le particelle presenti nell’aria.
Nell’installazione Particular Matter(s) Jam Session l’artista crea un ambiente in cui più elementi (il pulviscolo presente nell’aria, una ragnatela, una fascio luminoso, una vibrazione sonora e una proiezione video) sono concatenati tra loro in un complesso rapporto di causa ed effetto. La dicitura Particulate Matter (PM), in italiano materiale particolato, è utilizzata per indicare le polveri sottili (o pulviscolo) di diversa natura e composizione chimica, che si trovano in sospensione nell’aria che respiriamo influenzando negativamente la nostra salute e quella dell’intero pianeta.
L’eclisse è un evento ottico/astronomico che si verifica quando un corpo celeste, come un pianeta o un satellite, si interpone tra un astro e un altro corpo celeste. L’astro viene così oscurato e sembra sparire (eclisse deriva dal greco “venir meno”). La più nota è l’eclisse solare, che avviene quando Sole, Luna e Terra sono allineati: la Luna si interpone tra Sole e Terra schermando temporaneamente la luce della stella.
Nell’installazione A Thermodinamic Imaginary Tomás Saraceno crea un ambiente in cui sfere sospese simulano un Cosmo in miniatura e proiettano le loro ombre sulle pareti. Nello spazio creato dall’artista anche la presenza del corpo umano, che si affianca e si sovrappone a quelle delle sculture a mezz’aria, diviene parte di un scenografia in bianco e nero. In questo gioco di ombre e di invasioni di traiettorie prendiamo coscienza della nostra presenza nell’Universo; l’invito dell’artista è quello di creare un’armonia con il Sole e gli altri corpi celesti e una rinnovata relazione con ciò che ci circonda.
Resilienza è la capacità di un corpo di resistere alla rottura a seguito di un trauma. Il termine può assume significati diversi in relazione al contesto in cui viene utilizzato. Nell’ambito della biologia, la resilienza è la facoltà di un essere vivente di adattarsi ai cambiamenti dell’ambiente in cui vive. La Tillandsia, pianta originaria dell’America meridionale, esprime questa capacità in quanto ha saputo adattarsi alla siccità del proprio habitat traendo esclusivamente dall’aria tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogno.
Nell’opera Flying Gardens, Tomás Saraceno presenta delle Tillandsie all’interno di grandi sfere di vetro sospese a mezz’aria, riflettendo sulla capacità di adattamento di queste piante in equilibrio con il proprio habitat. Le Tillandsie hanno sviluppato forme alternative per sopravvivere nel rispetto delle risorse disponibili e possono insegnare all’uomo ad abbattere i confini tra aria e terra e ad abitare l’aria in sintonia con tutte le forme viventi.
L’aracnomanzia è una forma di divinazione, diffusa in alcune zone dell’Africa occidentale, basata sull’osservazione dei movimenti di ragni. Le pratiche di divinazione si basano su sistemi di credenze dai caratteri estremamente vari (osservazione degli astri o interrogazione delle carte), e diffuse in tutto il mondo; in questo caso si ritiene che i ragni possiedano delle capacità sensoriali che permettono loro di entrate in contatto con le vibrazioni della Terra e conoscere così il futuro.
Tomás Saraceno, a seguito dei suoi studi sulla pratica di divinazione ngámm della popolazione Mambila in Camerun e Nigeria, ha disegnato le Arachnomancy Cards, un mazzo di trentatré carte per consultare gli oracoli-ragnatele. Queste carte discendono dai tarocchi quattrocenteschi, ma raffigurano elementi con i quali la ragnatela si connette, esplorando temi che spaziano dalla natura, dal Cosmo, fino al cambiamento climatico. Nella mostra a Palazzo Strozzi è presente una sala dedicata all’aracnomanzia ed è anche possibile partecipare, per via telematica a causa delle problematiche attuali, a letture individuali delle carte con uno psicoterapeuta a orientamento gestaltico.
I combustibili fossili sono fonti energetiche formate in seguito alla decomposizione di materia organica in assenza di ossigeno, e che hanno dato origine a giacimenti di petrolio, carbone e gas naturale. Il loro uso da parte degli uomini genera l’emissione di biossido di carbonio nell’atmosfera, il gas che principalmente causa l’effetto serra. Negli ultimi anni i combustibili fossili sono stati al centro del dibattito sull’inquinamento, i disastri ambientali e il surriscaldamento globale.
Nell’opera Aerographies Tomás Saraceno ha utilizzato particelle di carbone nero provenienti dall’inquinamento di Mumbai – una delle città più inquinate dell’India, e non solo – per ottenere l’inchiostro inserito nelle penne appese ai palloncini. Il loro movimento è generato dall’interazione tra aria e spostamento dei visitatori nell’ambiente tracciando su grandi fogli bianchi composizioni grafiche che rendono visibili le rotte dell’aria e ci ricordano la persistenza dell’inquinamento.