Il Fuorimostra Bill Viola. Rinascimento elettronico

Presentare una grande mostra dedicata a Bill Viola a Palazzo Strozzi significa proporre al pubblico di Firenze le opere di uno dei più celebrati artisti del panorama contemporaneo internazionale.

Allo stesso tempo significa anche celebrare la speciale relazione tra l’artista americano e la città di Firenze. È qui che Viola ha lavorato tra il 1974 e il 1976, quale primo assistente e direttore tecnico per gli artisti venuti a produrre le loro opere nello studio art/tapes/22, pioneristico laboratorio dedicato alla videoarte in via Ricasoli al numero 22.
Bill Viola, che nello studio sarà chiamato il “tecnico americano”, collabora con numerosi giovani ma già importanti autori italiani e stranieri che si alternano nello studio di produzione fra i quali Urs Lüthi, Joan Jonas, Arnulf Rainer, Douglas Davis, Gino De Dominicis, Taka Ito Iimura, Alvin Lucier, Les Levine, Charlemagne Palestine, Giulio Paolini e Giuseppe Chiari.

 width=Bill Viola durante il suo soggiorno a Firenze come direttore tecnico di art/tape/22 tra il 1974 e il 1976. Photo © Gianni Melotti, Firenze
A Firenze Bill Viola incontra inoltre l’arte del passato come viva, ancora nei luoghi per i quali è stata originariamente pensata, non raggelata e decontestualizzata nei musei, a contatto con i capolavori dei grandi maestri dell’arte toscana che Viola prenderà come riferimenti e modelli per molte delle sue opere.

Il Fuorimostra Bill Viola. Rinascimento elettronico (sempre scaricabile e gratuito sul sito di Palazzo Strozzi) vi condurrà, grazie a una guida e a una mappa, in un itinerario con cui scoprire e approfondire l’arte di Bill Viola.
L’esposizione trova così una diretta prosecuzione in altri sei diversi luoghi di Firenze e della Toscana, in musei e istituzioni quali il Grande Museo del Duomo, il Museo di Santa Maria Novella e le Gallerie degli Uffizi a Firenze, ma anche con le città di Empoli, Arezzo e Carmignano, permettendo la creazione di specifiche collaborazioni culturali con l’obiettivo di valorizzare mete e beni del territorio.

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Nelle prossime settimane alcuni studenti di scuole superiori fiorentine – entrati a far parte dello staff della Fondazione Palazzo Strozzi grazie al progetto di Alternanza scuola-lavoro – vi accompagneranno oltre i confini di Palazzo Strozzi e della mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico, alla scoperta di una selezione di luoghi del Fuorimostra.

Alice, Giulio, Martina, Rosa e Veronica “prenderanno il controllo” del blog di Palazzo Strozzi, raccontando tramite le loro testimonianze e le loro foto le proprie personali esperienze di visita.
Esperienze e punti di vista inediti in cui il confronto fra antico e contemporaneo e il dialogo delle opere di Bill Viola con alcuni capolavori e luoghi iconici dell’arte del passato saranno i temi centrali. A decidere cosa dire e come dirlo saranno i ragazzi. Un percorso quindi non solo fisico, ma fatto di contaminazioni e relazioni fra epoche lontane e raccontato sul nostro blog grazie all’incontro fra diverse generazioni, in uno scambio di esperienze e crescita reciproca.

 width=Opere e luoghi compresi nel Fuorimostra Bill Viola. Rinascimento elettronico. Dall’alto a sinistra in senso orario: l’allestimento presso il Museo di Santa Maria Novella; Bill Viola, Tempest (Study for The Raft), 2005; Bill Viola, Sharon, 2013; l’allestimento presso il Museo dell’Opera del Duomo.


Insieme a questo viaggio, il Fuorimostra propone anche un ricco programma di collaborazioni con musei, istituzioni culturali e partner locali e internazionali insieme ai quali, durante i mesi della mostra, verranno proposti cicli di conferenze, film ed eventi speciali.
L’iniziativa conferma il ruolo di Palazzo Strozzi come catalizzatore per Firenze e la Toscana, sempre ricercando sinergie in grado di amplificare il valore culturale delle proprie mostre e sperimentare innovative e variate forme di collaborazioni.

Scopri tutti i luoghi e gli appuntamenti sul sito di Palazzo Strozzi e continuate a seguirci per esplorare, insieme ai ragazzi dell’Alternanza scuola-lavoro alcune di queste importanti collaborazioni.

L’iniziativa si inserisce nel progetto Piccoli Grandi Musei della Fondazione CR Firenze

Scarica il Fuorimostra

Vademecum della mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico

In un percorso espositivo unitario tra Piano Nobile e Strozzina la mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico ripercorre – attraverso straordinarie esperienze di immersione tra spazio, immagine e suono – la carriera di questo maestro della videoarte, dalle prime sperimentazioni degli anni Settanta fino alle grandi installazioni successive al Duemila. Esplorando spiritualità, esperienza e percezione Viola indaga l’umanità: persone, corpi, volti sono i protagonisti delle sue opere, caratterizzate da uno stile poetico e fortemente simbolico in cui l’uomo è chiamato a interagire con forze opposte ed energie della natura come acqua e fuoco, luce e buio, e il ciclo di vita, morte e rinascita.

Per orientare il visitatore nella sua visita, Palazzo Strozzi ha realizzato il Booklet della mostra, contenente le piante del Piano Nobile e della Strozzina e i testi di approfondimento di ogni opera esposta in Bill Viola. Rinascimento elettronico. Il booklet è disponibile gratuitamente presso la biglietteria di Palazzo Strozzi oppure scaricabile a questo link.

 width=La mostra trova la sua sede ideale nella cornice rinascimentale di Palazzo Strozzi, iniziando dal Piano Nobile, dove – oltre all’esposizione di alcune fra le più importanti opere di Bill Viola come The Crossing, The Path, e Inverted Birth – si crea uno straordinario dialogo tra antico e contemporaneo attraverso un inedito confronto diretto delle opere di Viola con quei capolavori di grandi maestri del passato che sono stati per lui fonte di ispirazione e hanno segnato l’evoluzione del suo linguaggio.

 width=In mostra, per la prima volta, si potrà vedere dal vivo e nello stesso ambiente l’accostamento di The Greeting di Bill Viola e la Visitazione del Pontormo che lo ha ispirato, Catherine’s Room di Bill Viola insieme a Caterina da Siena e quattro beate domenicane del pittore tardogotico Andrea di Bartolo, il dialogo fra Emergence di Bill Viola e il Cristo in pietà di Masolino da Panicale che il video cita letteralmente, The Deluge di Bill Viola a confronto con Il Diluvio universale e recessione delle acque di Paolo Uccello, e Man Searching for Immortality/Woman Searching for Eternity di Bill Viola insieme alle due tavole Adamo ed Eva di Lukas Cranach.

 width=Immagini della mostra al Piano Nobile. Foto Alessandro Moggi

Il percorso continua nella Strozzina dove si celebra la speciale relazione tra Bill Viola e la città di Firenze. È qui infatti che l’artista (nato a New York nel 1951 e il cui nonno era di origini italiane) ha lavorato agli inizi della sua carriera quando, tra il 1974 e il 1976, è stato direttore tecnico di art/tapes/22, straordinario centro di produzione e documentazione del video. Un periodo raccontato attraverso le foto di Gianni Melotti nella sala Firenze Settanta e alcuni lavori di Bill Viola di quegli anni come Eclipse e Il Vapore.
In mostra, fra le altre opere, anche The Reflecting Pool (1977-1979), vero e proprio manifesto dell’arte elettronica in cui Viola esplora caratteristiche e potenzialità del medium video e concentra le principali tematiche che svilupperà in seguito.

 width=Immagini della mostra in Strozzina. Foto Alessandro Moggi

Inoltre tante sono le possibilità per rendere speciale la vostra visita a Bill Viola. Rinascimento elettronico a Palazzo Strozzi come il Kit Famiglie e il Kit Disegno, sempre disponibili gratuitamente al Punto Info in mostra.
Al Piano Nobile sono inoltre a disposizione dei visitatori due touchscreen interattivi che permettono di approfondire i temi, le opere in mostra e le speciali collaborazioni fuori Palazzo Strozzi, scoprire contenuti speciali dedicati alla biografia di Bill Viola, e anche inviare una cartolina digitale ai propri amici.
In Strozzina è presente infine una Sala Lettura, dedicata ai visitatori che vogliano approfondire la conoscenza di Bill Viola e delle sue opere, oppure a chi voglia un momento di pausa dalla visita.

 width=La Sala Lettura. Foto Alessandro Moggi

Il rapporto di Viola con la storia e l’arte toscane viene inoltre esaltato attraverso importanti collaborazioni con musei e istituzioni quali il Grande Museo del Duomo, le Gallerie degli Uffizi, il Museo di Santa Maria Novella a Firenze, e con le città di Empoli e Arezzo.
Richiedi in biglietteria il Fuorimostra Bill Viola. Rinascimento elettronico che raccoglie queste collaborazioni e propone un itinerario con cui, a partire da Palazzo Strozzi e attraverso altri sei diversi luoghi del territorio, scoprire e approfondire l’arte di Bill Viola.
Continuate a seguirci per scoprire nel dettaglio questa pubblicazione e i luoghi coinvolti.

L’esperienza dell’Alternanza scuola-lavoro a Palazzo Strozzi

Quest’anno, durante l’anno scolastico 2016-2017, 14 ragazzi, per la metà studenti dell’ISIS Capponi-Machiavelli e per l’altra del liceo classico Michelangiolo, hanno avuto la possibilità di entrare a far parte dello staff della Fondazione Palazzo Strozzi, grazie al progetto di Alternanza scuola-lavoro.

L’Alternanza è un’esperienza formativa attuata dalla riforma scolastica della Buona scuola, per unire sapere e saper fare, orientare le aspirazioni degli studenti e aprire didattica e apprendimento al mondo esterno.
La Fondazione Palazzo Strozzi dal 2016 collabora con le scuole per il compimento di una parte delle ore totali che gli studenti dell’ultimo triennio dovranno completare.

Questa interazione tra i ragazzi (fra cui il sottoscritto) e la Fondazione Palazzo Strozzi ha lo scopo d’integrare gli studenti nell’organizzazione delle mostre partendo da mansioni semplici fino a incarichi via via più complessi e impegnativi, ma al tempo stesso più stimolanti.

 width=Foto Martino Margheri

Inizialmente noi ragazzi abbiamo avuto un ruolo attivo nella preparazione dei materiali utilizzati dalla Fondazione per promuovere la conoscenza delle mostre agli insegnanti delle varie scuole della città di Firenze e della regione Toscana.

Successivamente abbiamo avuto l’opportunità di inserirci attivamente nelle mostre stesse come guide di quest’ultime, partecipando alle speciali aperture del giovedì sera nell’ambito del progetto chiamato Giovedì per i giovani, organizzato da Palazzo Strozzi.
In particolare abbiamo preso parte alla mostra dedicata a un artista cinese che negli ultimi tempi ha fatto molto parlare di sé: Ai Weiwei. Durante il corso di queste serate ci è stato affidato il compito di fare comprendere meglio la mostra Ai Weiwei. Libero, raccontandola ai suoi visitatori secondo il nostro personale punto di vista.

 width=Foto Martino Margheri

Ora la nostra attenzione si è spostata sulla mostra in corso e sulle nuove e differenti tematiche e concetti proposti dal videoartista statunitense che ha avuto con la città di Firenze una relazione importante per lo sviluppo della propria attività e carriera artistica: Bill Viola.
Il confronto tra le sue opere e alcuni capolavori di grandi maestri d’arte del passato (tra i quali figurano nomi come Pontormo e Masolino) rappresenterà un’importante sfida per noi ragazzi e un’opportunità per avere una visione più completa del panorama artistico internazionale (n.d.r. il prossimo Giovedì per i giovani si terrà il 20 aprile 2017).

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Inoltre, in concomitanza con la mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico e la fine dell’anno scolastico, noi ragazzi abbiamo avuto l’incarico di organizzare, sotto le direttive dei nostri tutor all’interno della Fondazione, una serata che si terrà giovedì 1° giugno negli spazi dell’esposizione e nel cortile di Palazzo Strozzi.

Una serata speciale, durante la quale noi “alternanti” ci troveremo in prima linea nelle fasi di progettazione e di realizzazione e che richiederà un nostro importante e profondo contributo.

Continuate a seguire i canali di Palazzo Strozzi per essere aggiornati sui nostri progressi e per avere maggiori dettagli sulla serata!

Giulio Pancani
“Alternante” dell’ISIS Capponi-Machiavelli

Conserva il biglietto della mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico

Visitare la mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico non porta “solo” alla scoperta delle opere di uno dei più importanti artisti del nostro tempo, esposte a Palazzo Strozzi in un percorso espositivo unitario tra Piano Nobile e Strozzina. Tantissime sono infatti le agevolazioni per chi conserva il proprio biglietto, in un itinerario ricco di collaborazioni con musei, istituzioni culturali, teatri e partner locali.

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Fondazione Palazzo Strozzi e Palazzo Grassi e Punta della Dogana a Venezia propongono dal 9 aprile una speciale convenzione nel segno dell’arte contemporanea: ai possessori del biglietto della mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico è infatti concesso l’ingresso ridotto alla mostra Treasures from the Wreck of the Unbelievable (dal 9 aprile al 3 dicembre 2017) dell’artista Damien Hirst, a € 15,00 anziché € 18,00.
Allo stesso modo ai possessori del biglietto Treasures from the Wreck of the Unbelievable è concesso il biglietto ridotto a € 9,50 per la mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico.

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Dal 6 aprile la mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico trova una diretta prosecuzione nel Museo della Collegiata di Sant’Andrea a Empoli tramite l’esposizione dell’opera Sharon di Bill Viola. Il Museo accoglie abitualmente il Cristo in pietà di Masolino ora a Palazzo Strozzi, a conferma di una collaborazione culturale con l’obiettivo di valorizzare il territorio toscano.
I possessori del biglietto della mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico potranno acquistare l’ingresso ridotto a € 2,00 anziché € 3,00 per l’opera Sharon, mentre ai possessori del biglietto dell’opera è riservato il biglietto ridotto a € 9,50 per la mostra a Palazzo Strozzi. L’iniziativa si inserisce nel progetto Piccoli Grandi Musei della Fondazione CR Firenze.

 width=Bill Viola, Sharon (dettaglio), 2013. Courtesy Bill Viola Studio

Per gli amanti della musica e del teatro è invece possibile, presentando il biglietto della mostra di Palazzo Strozzi, usufruire di speciali sconti all’Opera di Firenze della Stagione 2016/2017 dell’80° Maggio Musicale Fiorentino, dei concerti dell’ORT-Orchestra della Toscana della Stagione 2016/2017, e degli spettacoli organizzati dal Teatro della Toscana.

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Tanti altri vantaggi, riduzioni e occasioni vi aspettano fino alla chiusura di Bill Viola. Rinascimento elettronico a luglio, trovate tutti gli aggiornamenti alla seguente pagina dedicata.
Non vi rimane che conservare il biglietto e consultare tutti i programmi delle istituzioni culturali partner della Fondazione Palazzo Strozzi.

Bill Viola. Rinascimento elettronico e le opere dei grandi maestri del passato

In occasione della mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico, nella cornice rinascimentale di Palazzo Strozzi, si crea uno straordinario dialogo tra antico e contemporaneo, attraverso un inedito confronto diretto delle opere di Viola con quei capolavori di grandi maestri del passato che sono stati per lui fonte di ispirazione e ne hanno segnato l’evoluzione del linguaggio.

Oltre al confronto fra The Greeting e la Visitazione del Pontormo che lo ha ispirato e di cui abbiamo parlato nel precedente articolo, in mostra, per la prima volta, si potrà vedere dal vivo l’accostamento di Emergence con il Cristo in pietà di Masolino da Panicale che il video cita letteralmente.
Emergence, con altri tre video presenti in mostra, appartiene alla serie “The Passions” (2000-2002), alla quale Bill cominciò a lavorare durante un periodo di ricerca al Getty Research Institute di Los Angeles diretto da Salvatore Settis, nel 1998. Qui l’artista lavorò per un anno alla rappresentazione delle passioni e delle sofferenze umane studiando assieme ad un gruppo di storici dell’arte ed accademici e osservando le opere della collezione.

 width=La sala della mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico (Palazzo Strozzi, 10 marzo-23 luglio 2017) che espone il Cristo in pietà di Masolino da Panicale a confronto con The Emergence di Bill Viola. Foto Alessandro Moggi.

“The Passions” è collegata all’arte antica nei temi e nei formati. Ad esempio, Catherine’s Room è una vera e propria “video-predella” – ispirata da un’opera del pittore tardogotico senese Andrea di Bartolo, Caterina da Siena e quattro beate domenicane (Venezia, Gallerie dell’Accademia) – in cui la rappresentazione di gesti e azioni quotidiani all’interno della ripetuta scatola spaziale evoca l’inesorabile scorrere della vita dei personaggi femminili. La confidenza di Bill con l’arte senese risale a un soggiorno a Siena nel 1977. Spese molto tempo nella Pinacoteca Nazionale, dove conobbe i maestri senesi del Trecento e Quattrocento, sui quali afferma:

«Duccio, Lorenzetti, Giovanni di Paolo, il Maestro dell’Osservanza – tutti artisti molto diversi dai grandi nomi dell’arte fiorentina. La loro opera era in parte medievale, in parte rinascimentale, e rifuggiva dal realismo fotografico del metodo ottico in favore di una geometria soggettiva improntata sulle sensazioni e su una profonda spiritualità»
(Bill Viola intervistato da John G. Hanhardt).

 width= width=Sopra Caterina da Siena fra quattro beate domenicane (Giovanna da Firenze, Vanna da Orvieto, Margherita da Città di Castello, Daniela da Orvieto) e scene delle vite di Andrea di Bartolo, 1394-1398 circa, Venezia, Gallerie dell’Accademia. Sotto Catherine’s Room di Bill Viola, 2001, Courtesy Bill Viola Studio.

L’ispirazione iniziale per Emergence non scaturì direttamente da un rimando a una tradizione iconografica “alta”. La prima idea era rappresentare semplicemente una donna in atto di sorreggere un uomo. Sarà soltanto in seguito, sfogliando libri su Masaccio e Masolino da Panicale, che incontrò una tavola a colori rappresentante l’affresco staccato di Empoli. L’artista ne fece uno schizzo e ripose il libro sullo scaffale: non era e non è mai stata sua intenzione “rifare” le opere antiche. Un giorno una foto di cronaca, in cui due donne tiravano fuori da un pozzo il cadavere di un uomo, gli fece tornare alla mente l’opera di Masolino: ne nacque una grande produzione con attori e macchine sceniche, dove la forma di un sepolcro rinascimentale si fondeva con quella di un pozzo; la presenza dell’acqua portava così un simbolo di vita in quell’immagine di morte, alludendo cristianamente alla Resurrezione. Bill scelse una delle sue attrici più collaudate e altri due performer più giovani, che in seguito avrebbero lavorato con lui nel monumentale ciclo Going Forth By Day (2002). Il ruolo dell’attore – un atletico trapezista – fu particolarmente gravoso: dovette passare molto tempo sott’acqua ed usare tutte le sue doti fisiche per riemergere in posizione rigida e ieratica da quel seppellimento all’inverso. Secondo Bill, questa scena:

«Al nostro occhio contemporaneo, sembra un annegamento; per il mio occhio interiore si tratta di ostetricia. Simili immagini hanno vita propria perché sono libere ed autonome» (Going Forth By Day, 2002).

 width=A sinistra Emergence di Bill Viola, 2002, Courtesy Bill Viola Studio. A destra il Cristo in pietà di Masolino da Panicale (dettaglio), 1424, Empoli, Museo della Collegiata di Sant’Andrea.

La nostra selezione di opere include due lavori appartenenti alla serie Going Forth By Day. Si tratta di un’installazione “architettonica”, di notevoli dimensioni, composta da cinque grandi video proiettati su quattro pareti, creando un’esperienza spaziale totalizzante che Bill ha assimilato ai grandi cicli affrescati della tradizione centro-italiana, da Giotto a Luca Signorelli.
La scena più spettacolare di tutta la serie è probabilmente The Deluge, dove assistiamo all’esplosione di acqua che travolge una pura architettura classica ripresa frontalmente, spazzando via la quotidianità di una scena urbana popolata da varie persone diversamente affaccendate. A parte il dichiarato raffronto con l’ingarbugliato Giudizio universale di Signorelli a Orvieto, il repertorio visivo che sta dietro ad una tale invenzione affonda le sue radici nelle grandi scene “catastrofiche” della tradizione pittorica italiana, conosciute da Bill nelle sue peregrinazioni nel patrimonio delle chiese e dei musei fiorentini. Tra queste spicca, come capolavoro assoluto, l’affresco dipinto da Paolo Uccello per il Chiostro Verde di Santa Maria Novella che, con la sua monocromia, la geometrica architettura “metafisica” e i personaggi travolti dalle acque che non smettono di azzuffarsi, appare indiscutibilmente come l’antenato quattrocentesco del video di The Deluge.

 width=La sala della mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico (Palazzo Strozzi, 10 marzo-23 luglio 2017) che espone Il Diluvio universale e recessione delle acque di Paolo Uccello a confronto con The Deluge di Bill Viola. Foto Alessandro Moggi.

Going Forth By Day è un epico “video-affresco” in cui Bill ha realizzato la sua composizione sin nei minimi dettagli cecando di catturare gli ideali storico-artistici creando, per rubare la definizione a John G. Hanhardt, un «Umanesimo del nostro tempo».
A questo concetto si rifanno anche le opere più recenti, come il dittico proiettato su grandi lastre di granito nero Man Searching for Immortality/Woman Searching for Eternity.
Il dittico si ispira, alla sensuale rappresentazione dei giovani corpi nudi di Adamo ed Eva, tipica della iconografia düreriana. Durante una illuminante visita al Prado nel 1984, resa celebre nei suoi racconti, Bill rimase particolarmente colpito da Adamo ed Eva di Albrecht Dürer; e quest’impressione decantò nella sua mente per una trentina d’anni, fino alla realizzazione di quest’opera in cui due anziani personaggi indagano alla luce di una torcia i loro corpi in disfacimento come in una vanitas contemporanea. Due belle tavole di Lukas Cranach ispirate a Dürer sono esposte vicine alla videoinstallazione.

Arturo Galansino
Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra

 width=Sopra Man Searching for Immortality/Woman Searching for Eternity di Bill Viola ed Adamo ed Eva di Lukas Cranach, esposti a Palazzo Strozzi. Foto Alessandro Moggi.

Maggiori informazioni sulla mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico

The Greeting di Bill Viola e la Visitazione del Pontormo – Capolavori a confronto

In occasione della mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico (Palazzo Strozzi, 10 marzo-23 luglio 2017) non ci si poteva esimere dall’avvicinare ancora una volta The Greeting al quadro che lo ha ispirato: la Visitazione del Pontormo.
Il confronto venne fatto già una volta, nel 2001 a Carmignano, e poi ripetuto nell’epocale mostra del 2014 Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della Maniera a Palazzo Strozzi, ma in entrambi i casi in modo indiretto, ovvero con il video allestito in un ambiente separato rispetto al dipinto.

 width=A sinistra la Visitazione di Pontormo, a destra The Greeting di Bill Viola.

The Greeting, presentato con clamore nel padiglione americano alla Biennale di Venezia nel 1995, ha una notevole importanza nel corpus dell’artista e corrisponde al primo lavoro di una nuova sperimentazione legata all’arte antica.
Pontormo sembra essere l’old master preferito di Bill, che ricorda così la sua visita, al tempo del suo soggiorno fiorentino, alla Deposizione, capolavoro del maestro in Santa Felicita, con quella sua composizione estrema e quei colori allucinati che ricordavano all’artista i paradisi lisergici cari alla beat generation:

«La Visitazione di Pontormo è stata la prima opera d’arte antica che mi ha ispirato. […] Ero entrato nella chiesa di Santa Felicita, subito dopo Ponte Vecchio, a vedere la Deposizione. Fui molto colpito dai colori. Uscendo mi domandai, sinceramente, che cos’avesse fumato il pittore per dipingere quei rosa, per dipingere quegli azzurri incredibili. Sembrava che avesse lavorato sotto l’effetto dell’LSD.
Ma la Visitazione no, non l’avevo vista. Del resto stava fuori Firenze, a Carmignano. Il mio incontro con quel quadro è avvenuto anni dopo, in California. Una storia buffa. […] Ero andato in una libreria, cercavo un libro, non ricordo più quale. Mentre stavo uscendo vedo con la coda dell’occhio un volume appoggiato sul banco. Un nuovo testo su Pontormo. Sulla copertina era riprodotta la Visitazione, mi colpirono i colori. Di quel quadro non sapevo niente, ma non potevo smettere di guardarlo. Ho comprato il libro e l’ho portato a casa. Ma aspettai mesi prima di prenderlo in mano. Alla fine, apro il libro, lo leggo, resto affascinato dalle idee, dai colori di quel pittore»
(Il colore Viola del Manierismo 2014).

 width=La sala della mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico (Palazzo Strozzi, 10 marzo-23 luglio 2017) che espone la Visitazione di Pontormo a confronto con The Greeting di Bill Viola.

Bill lavorò perciò al suo video senza aver visto dal vero la pala di Carmignano, veduta solo nel 2001. Un incontro ravvicinato con il Pontormo giovanile avvenne soltanto alla fine del 2013, attraverso Palazzo Strozzi, mentre era in restauro in preparazione della mostra Pontormo e Rosso, nello studio di Daniele Rossi a Firenze. In quell’occasione Bill si congeda dal capolavoro scrivendo sul libro degli ospiti del laboratorio queste parole:

«For Master Pontormo,
Thank you for your Inspiration and your Spirit.
I am forever grateful for all that you had given me. You are a great master.
I wish I could show you my work with the Moving Image.
I look forward to seeing you in Heaven, in the section for Artists.
With gratitude and respect
Bill Viola»

 width=Il pensiero dedicato a Pontormo scritto da Bill Viola sul libro degli ospiti nel laboratorio di Daniele Rossi, 2013.

 

 width=“L’incontro” di Bill Viola con la Visitazione di Pontormo durante il restauro dell’opera nel 2013.

The Greeting aprì a Bill un nuovo e sterminato territorio creativo, cambiando la natura spontanea e diretta del suo modo di catturare immagini in vere e proprie produzioni cinematografiche. Anche i suoi temi si svilupparono e, dalla vita quotidiana ripresa da telecamere a mano e dai viaggi avventurosi assieme a Kira, passò a trattare di storie bibliche e riferirsi alla grande tradizione artistica occidentale. In quest’opera una scena di pochi secondi viene dilatata attraverso un rallentamento estremo, grazie all’utilizzo di una telecamera speciale in grado di ottenere trecento fotogrammi al secondo. Ciò che interessava all’artista era la rappresentazione di un momento preciso, semplice e quotidiano, quello dell’incontro fra tre donne, all’interno del quale mostrare le complesse dinamiche interiori e sociali di un fatto così ordinario.
Secondo Bill questa sfida, nella quale egli stesso si stava cimentando, era ancor più dura per i pittori del passato, che potevano contare su un solo “fotogramma”, attorno al quale “mettere la cornice”.

Arturo Galansino
Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra

Maggiori informazioni sulla mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico

Rinascimento elettronico: la grande mostra dedicata a Bill Viola

La retrospettiva Bill Viola. Rinascimento elettronico (10 marzo-23 luglio 2017, Palazzo Strozzi) copre oltre quarant’anni di carriera di uno dei pionieri della videoarte e, grazie a una selezione di ventisei opere in grado di coprirne tutte le fasi creative dalla meno nota produzione degli anni Settanta fino agli ultimissimi lavori, una delle più grandi e complete mai realizzate sull’artista.

 width=Il titolo – che riprende la felice definizione di “pittore elettronico” coniata da Maria Gloria Bicocchi – vuole evocare al contempo l’arte del passato, in particolare quella fiorentina che è stata ispirazione e punto di riferimento dell’artista, e la componente tecnologica, elemento centrale nella pratica dell’arte delle immagini in movimento.

Oltre alle questioni puramente estetiche o espressive, attraversare la quarantennale carriera di Bill significa anche osservare decenni di sviluppi tecnici, dagli archeologici monitor anni Settanta agli schermi al plasma, in un crescendo di produzioni sempre più ambiziose, dalle riprese in diretta dalla quotidianità agli effetti speciali e alle scenografie “hollywoodiane”.

La mostra di Palazzo Strozzi nasce e si sviluppa da un dialogo continuo con Kira e Bill, durato quasi due anni. Bill, già da tempo, desiderava una mostra a Firenze, sua città di elezione, ed è una grande soddisfazione per l’istituzione che dirigo aver potuto realizzare il desiderio di un protagonista dell’arte contemporanea che ha iniziato la sua carriera nella nostra città e che con la nostra città porta avanti una lunga storia d’amore.

 width=Arturo Galansino, Kira Perov e Bill Viola davanti alla Visitazione di Pontormo durante l’allestimento di Bill Viola. Rinascimento elettronico (10 marzo-23 luglio 2017, Palazzo Strozzi). Foto Alessandro Moggi.

Sbarcato nel 1974 a Firenze per diventare il “tecnico americano” – come, affettuosamente, tutti lo chiamavano – di art/tapes/22, la galleria e centro di produzione di Maria Gloria Bicocchi, Bill passò un anno e mezzo in città, partecipando a quella che era ancora una scena contemporanea di respiro internazionale.

 width=Bill Viola davanti alla cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze durante la performance Free Global Distribution, 1975 © Archivio Storico art/tapes/22, Firenze. Foto Enzo Stella

Fu a Firenze che Bill scoprì, oltre al Rinascimento, la vera “funzione” delle opere d’arte all’interno della vita, umana e sociale.

«Dopo una visita agli Uffizi sentivo fortemente che i musei erano stati creati per l’arte e non l’arte creata per i musei, come accadeva nella scena contemporanea che avevo lasciato a New York. Inoltre, molte delle opere medievali e rinascimentali che avevo visto in quei primi mesi a Firenze non erano neanche nei musei. Erano nella comunità, in luoghi pubblici – cattedrali, chiese, cappelle, corti, monumenti, uffici municipali, piazze e facciate di palazzi – e, di più, molte opere erano ancora nei luoghi per i quali erano stati commissionati cinquecento anni prima. L’atmosfera era satura di idee d’arte e di cultura. Avevo capito presto che qui la storia era veramente parte del presente. E che le idee più nuove circolavano in un insieme più grande. Mi ricordo che spesso vedevo una vecchietta per strada che veniva la mattina a mettere l’acqua fresca o dei fiori nuovi sotto un quadro della Madonna in una piccola edicola all’angolo del suo palazzo. Questo ha dato un contesto nuovo alla mia idea di apprezzamento artistico.» (Bill Viola 2003).

 width=Bill Viola e Kira Perov nello studio a Long Beach. Alle loro spalle le riproduzioni dei dipinti di Masolino, Beato Angelico, Pontormo, Michelangelo e Hieronymus Bosch che hanno ispirato l’artista.

Colpisce nel percorso espositivo il confronto, o “dialogo”, delle opere di Bill con i capolavori rinascimentali che le hanno ispirate: un’operazione già tentata in passato, ma mai in precedenza realizzata in modo così ambizioso e circoscritto filologicamente a opere, temi, artisti e luoghi che hanno davvero contato per l’artista.

Arturo Galansino
Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra

Scopri la Bill Viola Story: il racconto della vita, dei viaggi, delle opere del maestro della videoarte contemporanea.

Riconoscere i finti eventi su Facebook – Frida Kahlo e gli altri

Negli ultimi giorni è circolato su Facebook un evento che invita a visitare una mostra dedicata a Frida Kahlo a Palazzo Strozzi. Vi comunichiamo ufficialmente che si tratta di un falso evento, una bufala, un altro fake fra i tanti che ultimamente popolano il canale social più utilizzato in Italia.

Basta infatti fare una veloce ricerca per scoprire decine di questi eventi che spaziano dai finti concerti – ad esempio l’annuncio dei Foo Fighters o di Robbie Williams a Firenze – alle finte visite guidate notturne al Corridoio Vasariano, fino alle finte mostre come nel nostro caso o della mostra interattiva su Van Gogh al Museo del Novecento.

Lo scopo di questi finti eventi è quello di raccogliere il maggior numero di partecipanti con un evento di grande richiamo per poi probabilmente trasformarli in eventi di tutt’altra natura o acquisire i dati degli utenti per poi rivenderli. Il fenomeno si è diffuso ampiamente in Toscana, con finti eventi organizzati a Prato e a Firenze da pagine come “Made in Prato”, “Firenze Vista di Notte”, “Firenze NotteTempo”, “La Firenze Eventi” o “Made Firenze”.

 width= width= width=Ma come poter riconoscere questi falsi eventi che vanno ad incidere sul nostro tempo e sulla credibilità delle istituzioni incosapevolmente coinvolte?
Ecco tre consigli che possono aiutarvi per orientarvi in un’epoca di informazioni imprecise e di persone che non hanno di meglio da fare che ingannare gli altri.

  1. Verificate sempre i canali ufficiali
    L’evento promuove la visita ad una mostra a Palazzo Strozzi? Verificate sul sito o sulla pagina facebook ufficiale se l’informazione è verosimile. Nel nostro caso noterete che non c’è nessuna mostra in programma dedicata a Frida Kahlo.
    Anche nel caso di concerti o spettacoli verificate le date pubblicate sui siti ufficiali dei cantanti o dei performer.

2. Controllate l’organizzatore
Se vi interessa l’evento vale la pena perdere 5 minuti per controllare la pagina dell’organizzatore dell’evento. Non lasciatevi ingannare dalla denominazione, infatti è facilissimo creare una pagina come appunto “La Firenze Eventi”, piuttosto osservate il numero dei fan: sono pochi? Forse gli organizzatori hanno appena iniziato, o forse il profilo è nuovo perché dopo la precedente bufala hanno dovuto ricominciare con una nuova identità.
Stanno promuovendo una mostra o una visita culturale e sulla pagina non c’è o quasi attività oppure ci sono promozioni di tutt’altro tipo? Anche questo è un segnale che dovrebbe insospettire.

3. Fate domande
Se la pagina vi sembra corrispondere a quella di un’organizzazione seria sicuramente troverete i dati per contattarla e chiedere ulteriori informazioni. Osservate inoltre come hanno risposto agli altri utenti che hanno chiesto maggiori dettagli: in modo vago, non hanno risposto affatto, oppure hanno addirittura disattivato la possibilità di commentare l’evento? Sono tutti segnali tipici dei creatori di eventi falsi dai quali è meglio diffidare.

Infine vi invitiamo a segnalare a Facebook le pagine che pubblicizzano i falsi eventi. Si tratta infatti di azioni che oltre ad ingannare le persone, screditano istituzioni e organizzazioni che svolgono il proprio lavoro con serietà e passione.

Giulia Sabattini
Comunicazione Online, Fondazione Palazzo Strozzi

Il disallestimento di Ai Weiwei. Libero

Quando una mostra temporanea chiude, il lavoro non è finito. Anzi, inizia una nuova fase del progetto, l’ultima, spesso complessa e delicata quanto la preparazione dell’esposizione stessa.
Nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato sui nostri canali social alcune fasi dello smontaggio di Ai Weiwei. Libero (Palazzo Strozzi, 23 settembre 2016-22 gennaio 2017).

Disallestire una mostra implica due settimane di intenso lavoro: dalla verifica dello stato di conservazione delle opere, alla loro movimentazione e al loro imballaggio. L’obiettivo è di affidarle in sicurezza alla ditta che si occuperà di trasportarle a destinazione, rispettando il calendario di spedizione.
Allo stesso tempo, significa anche la fine di un grande lavoro, di un progetto a cui sono state dedicate moltissime ore, l’addio a dei capolavori che sono stati i compagni di avventura per mesi.

 width=Il cortile di Palazzo Strozzi con e durante lo smontaggio dell’installazione Refraction (Rifrazione), costituita da cucine solari assemblate a formare un’ala.

 

 width=I 1500 granchi di fiume in porcellana dell’opera He Xie sono stati prima divisi per tipologia, poi imballati singolarmente e infite collocati nelle scatole in piccoli gruppi.

 

 width=L’installazione Stacked (Impilate), presentata in un allestimento site-specific per Palazzo Strozzi, era costituita da novecentocinquanta biciclette.

 

 width=La sala Renaissance durante la mostra e in fase di smontaggio. La sala era dedicata alla rilettura del Rinascimento italiano da parte di Ai Weiwei: i poliedri Divina Proportio (Divina proporzione) e Untitled – Wooden Ball (Senza titolo – Palla di legno) evocano i disegni eseguiti da Leonardo da Vinci per illustrare il trattato De divina proportione di Luca Pacioli del 1497, anche se prima fonte d’ispirazione è uno dei giochi dei gatti che popolano il suo studio di Pechino.
I ritratti in LEGO proseguono la serie dedicata ai dissidenti politici. Nella prima foto da sinistra il ritratto di Filippo Strozzi, di Dante e di Galileo Galilei.

 

 width=Le fasi del disallestimento dell’opera Souvenir from Shanghai (Souvenir da Shanghai) costituita da cemento e mattoni provenienti dello studio dell’artista distrutto a Shanghai dalle autorità cinesi nel 2011, posti a incorniciare il telaio di un letto della dinastia Qing.

 

 width=La sala Mythologies, dedicata a figure della cultura cinese, durante la mostra e in fase di smontaggio.

 

 width=La prima fase del trasporto dell’opera Crystal Cube (Cubo di cristallo) appartenente alla serie con cui Ai Weiwei – traendo ispirazione dalla scultura minimalista degli anni sessanta – ripropone un cubo utilizzando i materiali della tradizione cinese: tè, ceramica, marmo, ebano. Crystal Cube, del peso di oltre due tonnellate, è stata la riproduzione più complessa realizzata finora.

 

Alla fine dell’intero processo lo spazio espositivo deve essere lasciato perfettamente libero, pronto per accogliere la prossima mostra.
Fra poco infatti inizieranno i lavori di allestimento della mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico, continuate a seguirci!

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Muri, il laboratorio con l’artista Virginia Zanetti per A più voci

Be involved. Speak your mind clearly. Let your voice be heard
Sii coinvolto. Esprimi le tue opinioni. Fai sentire la tua voce
Ai Weiwei

A più voci è il programma che dal 2011 la Fondazione Palazzo Strozzi dedica alle persone con Alzheimer e a chi se ne prende cura. Per ogni mostra vengono realizzati cicli di tre incontri,  progettati e condotti insieme da educatori museali e geriatrici.
A più voci, giunto alla sua dodicesima edizione, offre un’esperienza piacevole, stimolante ed emozionante da condividere insieme, per cercare nuovi modi di comunicare grazie alle emozioni suscitate dalle opere d’arte.

Un incontro di laboratorio making art completa ogni ciclo di attività. Fin dall’inizio il progetto è stato concepito per stimolare la comunicazione anche attraverso linguaggi differenti da quelli verbali. Sentire, toccare, manipolare, comporre o costruire sono opportunità di creazione e narrazione in dialogo con il proprio caregiver, con il resto del gruppo, con gli artisti esposti in mostra. Già il gesto di selezionare oggetti e materiali si è dimostrata un’occasione di espressione di sé importante all’interno del laboratorio.

 width=Dalla primavera del 2016 si è aggiunta una nuova voce al progetto, quella dell’artista Virginia Zanetti, alla quale abbiamo chiesto di farci entrare nel suo linguaggio artistico. Le sue opere spesso prendono la forma di performance, traducendosi in sculture collettive, installazioni pubbliche o fotografie e per realizzarle Virginia richiede la collaborazione delle persone, che entrano così a far parte del processo artistico.

In occasione della mostra Ai Weiwei. Libero il punto di partenza è stato Souvenir da Shangai, un grande muro costruito con le macerie dello studio dell’artista distrutto a Shanghai dalle autorità cinesi. Un’installazione che parla di censura e del suo opposto, la libertà di parola. Da qui il titolo del laboratorio: Muri.

 width=La riflessione si è indirizzata sulle parole che quotidianamente ognuno decide di non dire perché obbligato e frenato da convenzioni sociali, dalla paura o da limiti autoimposti.
Per il laboratorio Muri Virginia ha lavorato su questo tema chiedendo a una persona per volta, da sola davanti a lei:
Qual è un pensiero, una parola che non vuoi/non puoi dire? Io li trascriverò per te.

Ponendosi in una posizione di ascolto e definendosi come “un’esecutrice tecnica”, Virginia ha poi riletto ogni risposta singolarmente a ciascun partecipante, lasciandogli la scelta di cancellarla oppure salvarla e renderla pubblica (in forma anonima). Significativamente, tutti hanno scelto di mostrarla, esponendo pensieri e parole che rimangono quotidianamente nascosti, sepolti dentro, stavolta finalmente liberati.

 width=Mentre i partecipanti, uno alla volta, hanno attraversato la porta entrando nella stanza con Virginia, gli altri, in gruppo, hanno continuato a concentrarsi sulla dinamica della coppia. I selfie di Ai Weiwei sono stati l’ispirazione per creare due scatti. Il primo per imitare le espressioni e le pose dell’artista; il secondo pensato come un autoritratto di coppia, dopo una reciproca più approfondita conoscenza attraverso un’attenta osservazione di due minuti ed un’esplorazione del volto dell’altro attraverso il tatto.

 width=Per le persone con Alzheimer stare da soli con un’altra persona che non sia il caregiver è un’esperienza forte che capita raramente. Necessariamente c’è sempre qualcuno che dice cosa fare e come farlo. Lo stesso vale spesso per il caregiver. Tra i due spesso c’è una condivisione anche dei momenti più intimi. Per questo il tempo da spendere soli, di fronte a una persona dedicata all’ascolto, senza alcuna forma di giudizio, voleva essere l’offerta di uno spazio di libertà. Un tempo sospeso dove ogni parola pronunciata è stata colta come un frammento, un elemento prezioso, e riconosciuta come un dono agli altri; il frutto di uno sforzo che ognuno ha fatto per conquistarsi uno spazio di libertà.

Ogni frase viene alla fine affissa insieme a tutte le altre su una parete, creando un nuovo muro dove le parole censurate diventano visibili. Trascritte e poi rilette da Virginia, e quindi filtrate dall’operazione artistica, assumono una dimensione collettiva e diventano un’opera d’arte: specchio di pensieri che sono contemporaneamente di uno e di tutti.