Un anno di mostre: il 2018 di Palazzo Strozzi

Dopo il grande successo della mostra Il Cinquecento a Firenze, conclusa il 21 gennaio con il grande successo di oltre 150.000 visitatori, il 2018 di Palazzo Strozzi continua. Ecco le mostre prenderanno vita nei prossimi mesi dell’anno.

 

NASCITA DI UNA NAZIONE. TRA GUTTUSO, FONTANA E SCHIFANO
Dal 16 marzo al 22 luglio 2018

 width=Uno straordinario viaggio tra arte, politica e società nell’Italia tra gli anni Cinquanta e il periodo della contestazione del Sessantotto attraverso ottanta opere di artisti come Renato Guttuso, Lucio Fontana, Alberto Burri, Emilio Vedova, Enrico Castellani, Piero Manzoni, Mario Schifano, Mario Merz e Michelangelo Pistoletto.

L’esposizione, a cura di Luca Massimo Barbero, vede per la prima volta riunite assieme opere emblematiche del fermento culturale italiano tra gli anni Cinquanta e la fine degli Sessanta. È in questo ventennio che prende forma una nuova idea di arte, proiettata nella contemporaneità attraverso una straordinaria vitalità di linguaggi, materie e forme. Un itinerario artistico, quello della mostra, che parte dalla diatriba tra Realismo e Astrazione, prosegue con il trionfo dell’Arte Informale per arrivare alle sperimentazioni dell’Arte Pop in giustapposizione con le esperienze della pittura monocroma fino ai nuovi linguaggi dell’Arte Povera e dell’Arte Concettuale.

 

THE FLORENCE EXPERIMENT
Dal 19 aprile al 26 agosto 2018

 width=Il nuovo progetto site specific del celebre artista tedesco Carsten Höller e del neurobiologo vegetale Stefano Mancuso, a cura di Arturo Galansino, direttore della Fondazione Palazzo Strozzi: un grande esperimento che studia l’interazione tra esseri umani e piante attraverso l’installazione di due monumentali scivoli nel cortile rinascimentale e uno speciale laboratorio scientifico in Strozzina collegato alla facciata di Palazzo Strozzi.

The Florence Experiment utilizzerà in modo totalmente inedito diversi spazi di Palazzo Strozzi attraverso questi due momenti di coinvolgimento dei visitatori: la discesa da 20 metri di altezza dal loggiato superiore al cortile di Palazzo Strozzi attraverso gli scivoli e l’accesso a due speciali sale cinematografiche in Strozzina. Le emozioni di eccitazione, sorpresa, divertimento, timore vissute dai partecipanti saranno messe a confronto con la crescita e le reazioni di diverse tipologie di piante al fine di studiare l’empatia tra organismi vegetali ed esseri umani.

 

MARINA ABRAMOVIĆ
Dal 21 settembre 2018 al 20 gennaio 2019

Una grande mostra dedicata a Marina Abramović, una delle personalità più conosciute e controverse dell’arte contemporanea, celebre per l’utilizzo del proprio corpo come strumento di espressione.

L’evento si pone come una straordinaria retrospettiva, frutto del diretto coinvolgimento dell’artista, che riunirà oltre 100 opere dagli anni Settanta a oggi offrendo, oltre ad una panoramica sui lavori più famosi della sua carriera e alla riesecuzione dal vivo di sue celebri performance, la possibilità di scoprire la meno nota produzione degli esordi.

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Ti ricordiamo che diventando Amico di Palazzo Strozzi è possibile prendere parte a tutte queste mostre attraverso un esclusivo programma di sconti e vantaggi riservati.

Tante mostre per un Palazzo unico

Palazzo Strozzi è un luogo molto speciale nel panorama culturale italiano.

Simbolo dell’architettura rinascimentale a Firenze, la prima pietra del palazzo fu gettata all’alba del 6 agosto 1489 per volere di Filippo Strozzi che morì prima che il palazzo fosse ultimato. Rappresenta l’esempio perfetto dell’ideale dimora signorile del Rinascimento e nel complesso appare come una piccola fortezza nel cuore della città. Il palazzo rimase proprietà della famiglia Strozzi fino al 1937, anno in cui fu acquistato dall’Istituto Nazionale delle Assicurazioni, e successivamente ceduto allo Stato nel 1999, che lo ha dato in concessione al Comune di Firenze. Dalla Seconda Guerra Mondiale Palazzo Strozzi è stato considerato lo spazio più importante a Firenze per le grandi mostre temporanee.

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Questa infatti è la particolarità che differenzia Palazzo Strozzi rispetto alla maggior parte delle istituzioni culturali italiane: Palazzo Strozzi non è un “museo”, non ospita una collezione di opere d’arte permanente, ma è un luogo in cui diverse mostre temporanee si succedono fra di loro. Le opere qui esposte provengono ogni volta da diversi musei internazionali o dalle dimore dei prestatori privati, che hanno la fortuna di essere i custodi di questi capolavori.

 width=Le sale dell’ultima mostra a Palazzo Strozzi Il Cinquecento a Firenze (21 settembre 2017-21 gennaio 2018)

All’interno degli spazi del Piano Nobile e delle antiche cantine della Strozzina, con una superficie espositiva di oltre 2000 metri quadri, ogni anno la Fondazione Palazzo Strozzi produce e organizza mostre, eventi ed installazioni che spaziano dall’archeologia al Rinascimento fino all’epoca moderna e all’arte contemporanea. La durata di queste esposizioni è quindi limitata nel tempo.

 width=Vedute della mostra Da Kandinsky a Pollock. La grande arte dei Guggenheim a Palazzo Strozzi (19 marzo-24 luglio 2016)

In occasione di ogni evento espositivo il palazzo si trasforma.
Sono tantissimi i professionisti che con il loro impegno e lavoro contribuiscono a realizzare quella che sembra quasi una “magia”, modellando e quasi rivoluzionando gli spazi interni in accordo con le tematiche specifiche di ciascuna mostra.

 width=La mostra Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico a Palazzo Strozzi (14 marzo-21 giugno 2015)

 

 width=Le sale della mostra a Palazzo Strozzi Ai Weiwei. Libero (23 settembre 2016-22 gennaio 2017)

 

Se siete curiosi di scoprire come verranno trasformati gli spazi di Palazzo Strozzi in occasione della prossima mostra Nascita di una Nazione. Tra Guttuso, Fontana e Schifano, potrete scoprirlo di persona dal 16 marzo!

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Caterina un progetto con l’artista Cristina Pancini per A più voci

A più voci è il programma che dal 2011 la Fondazione Palazzo Strozzi dedica alle persone con Alzheimer e a chi se ne prende cura. Per ogni mostra vengono realizzati cicli di tre incontri, progettati e condotti in collaborazione con educatori geriatrici.

Fin dall’inizio di A più voci nel 2011 il terzo incontro di ogni ciclo è stato concepito come un “laboratorio”, nel quale favorire la comunicazione tra caregiver e persona con Alzheimer attraverso linguaggi differenti da quelli verbali.
Dalla primavera del 2016 si è aggiunta una nuova voce al progetto, quella di un artista, e il laboratorio è diventato, più propriamente, “un’esperienza”.
Dopo Virginia Zanetti, che ha collaborato nel 2016, a partire da gennaio 2017 abbiamo chiesto all’artista Cristina Pancini di creare un progetto specifico legato alle opere di Bill Viola. Dopo riflessioni, inciampi e passi avanti, sorretti da forte dialogo condiviso, ha preso forma il progetto Caterina.

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Il punto di partenza è stata l’opera Catherine’s Room, dove Bill Viola si è ispirato alla predella con Storie di Santa Caterina tra beate domenicane attribuita al pittore senese Andrea di Bartolo. È la stessa Santa la cui vita è narrata nella Legenda Maior scritta nel 1393 da Raimondo da Capua.

 width=Bill Viola, Catherine’s Room, 2001, Courtesy Bill Viola Studio

Per la sua installazione video Bill Viola è stato attirato soprattutto dalle scene in basso della tavola di Andrea di Bartolo, che raccontano la vita intima di donne sole, con un tono quotidiano, scene in cui si ripete lo stesso spazio interno.

 width=Andrea di Bartolo, Caterina da Siena fra quattro beate domenicane e scene delle vite, 1394-1398 circa, Venezia, Gallerie dell’Accademia

Emergono quindi tre Caterine: la Catherine di Bill Viola, la Santa Caterina del libro e quella della tavola trecentesca, tre rappresentazioni diverse e contemporaneamente un’unica figura.
Il progetto di Cristina si articola intorno a una nuova Caterina, questa volta una ragazza in carne e ossa che i partecipanti di A più voci hanno l’opportunità di incontrare: Caterina – Cristina o più semplicemente “Caterina”.

Il primo passo dell’esperienza rimane l’osservazione delle opere in mostra, ogni anziano con il proprio caregiver. Poi si torna nella sala del laboratorio, trasformata per l’occasione in uno spazio da esplorare attraverso quattro postazioni appositamente preparate e accompagnate ognuna da una lettera d’istruzioni: scrivere il proprio indirizzo di casa; guardare dentro la stanza per esaminarla con occhio attento e fotografarla; entrare in relazione con alcuni oggetti posti su un tavolo; guardare fuori (dalla finestra).

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La stanza costituisce anche una “sala d’attesa” per l’ultima tappa, che avviene in uno spazio separato in cui si trova Caterina. Qui ogni anziano con il proprio accompagnatore trova un taccuino, una penna e un’altra lettera. “È da molto tempo che non esco”, c’è scritto.
Quali possono essere i consigli da dare a qualcuno che sta per mettersi in viaggio dopo un periodo di separazione dal mondo? Riprendendo la tradizione dell’Album Amicorum le pagine si sono riempite con i suggerimenti di ognuno: “trova una brava sorella”, “annusa il profumo di una rosa”, “non perdere di vista il cielo e il mare”. Sono questi pensieri ad accompagnare Caterina nei suoi viaggi, dai quali sono giunti i racconti sotto forma di lettera indirizzata a ogni partecipante.

 width=Caterina è diventata anche una pubblicazione, frutto di un lavoro a più mani, dove ogni aspetto, dalla scelta della carta all’impaginazione, da ogni singolo testo al tipo di carattere sono stati pensati e realizzati con cura. Una cartellina raccoglie quattro quaderni con le parole di ogni partecipante e le lettere che Caterina ha inviato dopo essere uscita nel mondo.

La pubblicazione nasce come collaborazione con la casa editrice Boîte.
Si ringrazia Cordenons per la fornitura della carta.

Scopri di più sul programma A più Voci a Palazzo Strozzi

Ultimi giorni per Il Cinquecento a Firenze e Utopie Radicali

Domenica 21 gennaio sarà l’ultimo giorno di apertura per le mostre in corso in questo momento a Palazzo Strozzi. Restano quindi pochissimi giorni per visitare Il Cinquecento a Firenze e Utopie Radicali, due mostre molto diverse fra loro ma entrambe imperdibili.

 width=Il Cinquecento a Firenze. Tra Michelangelo, Pontormo e Giambologna, a cura di Carlo Falciani e Antonio Natali, permette un dialogo tra eccezionali opere sacre e profane, di cui numerose saranno restaurate per l’occasione, di artisti come Michelangelo, Bronzino, Giorgio Vasari, Rosso Fiorentino, Pontormo, Santi di Tito, Giambologna, Bartolomeo Ammannati.
Ultimo atto d’una trilogia di mostre sull’arte fiorentina del Cinquecento, iniziata con Bronzino nel 2010 e Pontormo e Rosso Fiorentino nel 2014 la mostra affronta attraverso opere pittoriche e scultoree lo sviluppo dell’arte fiorentina nella seconda metà del XVI secolo, una straordinaria stagione ricca di cultura e di estro intellettuale, segnata dalla Controriforma del Concilio di Trento e dalla figura di Francesco I de’ Medici, uno dei più geniali rappresentanti del mecenatismo di corte in Europa.

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La mostra Utopie Radicali. Oltre l’architettura: Firenze 1966-1976, ospitata negli spazi della Strozzina, celebra la straordinaria stagione creativa fiorentina del movimento radicale tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento.
Il percorso riunisce per la prima volta in un’unica mostra le opere visionarie di gruppi e personalità come Archizoom, Remo Buti, 9999, Gianni Pettena, Superstudio, UFO e Zziggurat, in un caleidoscopico dialogo tra oggetti di design, video, installazioni, performance e narrazioni capaci di raccontare un altro mondo possibile, un’utopia critica che ha avuto il merito di rompere con lo status quo di quegli anni, rendendo Firenze il centro di una rivoluzione di pensiero che ha segnato lo sviluppo delle arti a livello internazionale.

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Giovedì 18 gennaio, in concomitanza con l’ultima giornata di apertura serale fino alle ore 23.00 (ultimo ingresso alle 22.00) si terrà il Giovedì per i Giovani.
Una serata diversa dal solito in cui le mostre si animeranno grazie alla presenza di un gruppo di guide molto speciali: gli studenti del Liceo Artistico di Porta Romana (Firenze) e dell’Istituto Ernesto Balducci (Pontassieve, FI) che saranno disponibili a fornire informazioni sulle opere del percorso espositivo.
L’attività è gratuita con il biglietto di ingresso delle mostre.

Ricordiamo inoltre che giovedì dalle ore 18.00 i giovani fino ai 26 anni e gli studenti universitari potranno visitare entrambe le mostre con uno speciale biglietto congiunto a € 5,00.

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Per chi invece volesse visitare le mostre con una delle nostre guide è possibile farlo partecipando alle visite organizzate per singoli visitatori.
Per la mostra Il Cinquecento a Firenze le visite sono previste giovedì 18 gennaio alle 16.00 e alle 18.00, il costo è di € 10,00 oltre al biglietto di ingresso.
Per info e prenotazioni
da lunedì a venerdì
9.00-13.00; 14.00-18.00
Tel. 055 2469600
prenotazioni@palazzostrozzi.org

Per la mostra Utopie Radicali la visita si terrà domenica 21 gennaio alle 16.30.
La visita è gratuita e senza prenotazione fino a esaurimento dei posti. Non comprende il biglietto d’ingresso.

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In questi ultimi giorni di mostra è molto probabile che ci sia un’affluenza straordinaria di visitatori. Se volete evitare qualsiasi coda ed entrare direttamente nelle mostre, è possibile acquistare i biglietti online.

Alla scoperta del Cinquecento a Firenze

Nell’aprile del 1940 la Mostra del Cinquecento Toscano inaugurò Palazzo Strozzi come spazio espositivo e nel 1980, nelle sale dello stesso palazzo, Il primato del disegno fece comprendere la varietà, complessità e qualità dell’arte fiorentina del sedicesimo secolo; sulla seconda metà insiste oggi Il Cinquecento a Firenze ultimo atto di una trilogia a cura di chi scrive, iniziata con Bronzino nel 2010 e proseguita con Pontormo e Rosso Fiorentino nel 2014.

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La rassegna attuale celebra un’epoca eccezionale per virtù culturali e per estro intellettuale, all’interno della quale, fra le molte vie possibili, è stata scelta quella del confronto fra le istanze della vasariana ‘maniera moderna’ e quelle della controriforma. Una stagione unica, segnata da un lato dagli esiti del concilio di Trento e dall’altro dalla figura di Francesco I de’ Medici, uno dei più geniali rappresentanti del mecenatismo di corte in Europa, aperto al mito e alle scienze, qui ricordato a cinquant’anni dalla pubblicazione del fondamentale Principe dello Studiolo di Luciano Berti.

Diciannove impegnativi interventi di restauro eseguiti in occasione della mostra, hanno permesso di restituire leggibilità a opere fondamentali, spesso in condizioni precarie per complessi problemi di conservazione. Dopo l’esposizione sarà riconsegnato al godimento pubblico un patrimonio di qualità straordinaria, per lo più finora ingiustamente negletto.

 width=Veduta della prima sala della mostra, in primo piano il Dio fluviale di Michelangelo

Le prime due sale riassumono quanto è stato presentato nelle mostre su Bronzino e Pontormo e Rosso, esibendo opere che in esse non erano esposte e accostando capolavori degli anni Venti del Cinquecento creati da artisti che sarebbero stati maestri indiscussi di tutto un secolo, a cominciare da Andrea del Sarto e Michelangelo.

Le meditazioni svolte da Andrea nella Pietà di Luco (1523-1524) furono cruciali negli anni che videro la Chiesa di Roma ribadire, al cospetto di dissensi e dinieghi divulgati dal pensiero luterano, principi fondamentali come la presenza reale di Cristo nell’ostia consacrata. Andrea fu modello di stile per i pittori fiorentini: da quelli spregiudicati cresciuti alla sua ombra (Pontormo e Rosso, appunto) a quelli annoverati nella genealogia ideale che da Pontormo prende le mosse per proseguire col Bronzino e pervenire ad Alessandro Allori, fino a intaccare il Seicento. Le opere di Andrea furono copiate e studiate per decenni, non solo per le loro doti stilistiche, ma anche per aver con largo anticipo mostrato quella chiarezza espositiva e quel modo accostante d’offrirsi che erano ricercati dal concilio di Trento.

 width=Andrea del Sarto, Compianto su Cristo morto (Pietà di Luco), 1523-1524, olio su tavola, Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina

Anche Michelangelo fu modello di riferimento imprescindibile per gli artisti, soprattutto per le opere della Sagrestia Nuova, lasciata incompiuta al momento della partenza per Roma nel 1534, ma qui evocata dal Dio fluviale (1526-1527 circa) dopo il restauro. Il Mercurio di Bandinelli indica da subito la compresenza in mostra di temi sacri e profani.

 width=Veduta della mostra, in primo piano: Baccio Bandinelli, Mercurio, ante 1512, Parigi, Musée du Louvre, Département des Sculptures

In un’esedra si squadernano in un confronto inedito, da manuale di storia dell’arte e come in un trittico ideale, tre capisaldi di tutta l’arte occidentale: la Deposizione dalla croce di Volterra del Rosso Fiorentino (1521), la Deposizione di Santa Felicita del Pontormo (1525-1528) e il Cristo deposto di Besançon del Bronzino (1543-1545 circa).

Al pari di Andrea del Sarto nella Pietà di Luco, anche il Pontormo sceglie di rendere esplicita la presenza del corpo di Cristo nell’ostia consacrata immaginandosi due angeli che ne depongono il cadavere sull’altare sottostante: la pala di Santa Felicita viene a porsi lungo una linea storico-figurativa che unisce la visione naturalistica di Andrea del Sarto alle riflessioni teologiche che il Bronzino svolge un ventennio dopo nella cappella di Eleonora in Palazzo Vecchio, quando si confronta con lo stesso soggetto.

Percorso diverso sarà quello del Rosso, che troverà pochi seguaci nella Firenze granducale per il suo linguaggio arcaizzante eppure spregiudicato.

 width=Veduta della mostra con le Deposizioni di Rosso Fiorentino, Pontormo e Bronzino a confronto

La seconda parte della sala offre un panorama delle arti fiorentine fino alla prima edizione delle Vite di Giorgio Vasari, stampata nel 1550, con opere di Cellini, Salviati e Vasari stesso. Viene dunque presentata la nascita, fra il 1530 e il 1550, di quei linguaggi che verranno poi fatti propri dagli artisti di Francesco I e Ferdinando I de’ Medici.

Carlo Falciani e Antonio Natali
Curatori della mostra Il Cinquecento a Firenze

 width=Veduta della mostra con le opere di Cellini, Salviati e Vasari

Per chi desidera scoprire il resto del percorso espositivo restano ancora pochissimi giorni. La mostra, giudicata dalla critica come la migliore del 2017, resterà aperta tutti i giorni fino a domenica 21 gennaio 2018.

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Scopri i vantaggi per chi conserva i biglietti delle mostre

Continuano i vantaggi per chi conserva i biglietti delle mostre di Palazzo Strozzi. Tantissime sono infatti le agevolazioni per chi visita Il Cinquecento a Firenze e Utopie Radicali in corso a Palazzo Strozzi fino al 21 gennaio 2018, in un itinerario ricco di collaborazioni con musei, istituzioni culturali, teatri e partner locali.

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Fra questi vantaggi, i possessori dei biglietti delle mostre e gli Amici di Palazzo Strozzi avranno diritto al biglietto ridotto fino al 25% per gli spettacoli della Stagione 2017/2018 presso il Teatro della Pergola ad esclusione della domenica, e sulle attività museali e per famiglie. Inoltre è previsto uno sconto sui biglietti della rassegna dedicata all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico presso il Saloncino della Pergola (dall’11 al 25 gennaio 2018).
Allo stesso modo i possessori del biglietto o abbonamento della stagione 2017/2018 del Teatro della Toscana godranno di una riduzione sul biglietto d’ingresso a Il Cinquecento a Firenze a Palazzo Strozzi (€ 9,50 invece di € 12,00).

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Fondazione Palazzo Strozzi e Museo Salvatore Ferragamo propongono una speciale convenzione nel segno dell’arte: i possessori del biglietto delle mostre a Palazzo Strozzi potranno accedere al Museo con uno sconto del 50%, mentre i visitatori del Museo Salvatore Ferragamo godranno della riduzione di prima fascia sul biglietto d’ingresso a Il Cinquecento a Firenze e Utopie Radicali.

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Speciali sconti sono inoltre riservati ai possessori del solo biglietto della mostra Il Cinquecento a Firenze, i quali potranno visitare il Museo di Palazzo Vecchio al prezzo ridotto di € 8,00 invece di € 10,00, e la mostra Vasari, Jacone e la maniera bizzarra alla Casa Museo Ivan Bruschi di Arezzo con biglietto scontato di € 3,00 invece di € 5,00.

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Mercato Centrale Firenze e Palazzo Strozzi rafforzano il loro legame in occasione della mostra Utopie Radicali, che fino al 21 Gennaio 2018 sarà visitabile negli spazi della Strozzina.
Proprio in occasione della mostra, al Mercato Centrale Firenze sarà esposta una installazione della serie Urboeffimeri di UFO, il gruppo più ironico e dirompente nello scenario dell’architettura radicale fiorentina, fondato nel 1967 sull’onda della contestazione studentesca che coinvolse la facoltà di architettura di Firenze.

Nell’ambito di questa collaborazione, i visitatori di Palazzo Strozzi riceveranno una mappa delle botteghe del mercato e avranno diritto ad un calice di vino da consumare all’interno del Mercato Centrale. Per tutti gli ospiti del Mercato Centrale sarà possibile ritirare presso l’infopoint uno sconto del 20% sull’acquisto del biglietto delle mostre.

 

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Tanti altri vantaggi, riduzioni e occasioni vi aspettano fino alla chiusura delle mostre, trovate tutti gli aggiornamenti alla pagina dedicata.

Orari mostre
Il Cinquecento a Firenze tutti i giorni inclusi i festivi dalle ore 10.00 alle ore 20.00, ogni giovedì dalle ore 10.00 alle ore 23.00
Utopie Radicali tutti i giorni inclusi i festivi dalle ore 12.00 alle ore 20.00, ogni giovedì dalle ore 10.00 alle ore 23.00
La biglietteria chiude un’ora prima delle sale.

 

Regala Palazzo Strozzi. Regala l’arte e la cultura!

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Fare un regalo a Natale che rispecchi le passioni di chi lo riceve è un gesto che dimostra più attenzione rispetto a tanti altri oggetti comprati in un negozio.
Conosci qualcuno appassionato d’arte e cultura? Quest’anno puoi fargli un regalo speciale: un anno di mostre insieme a Palazzo Strozzi.

Durante il periodo natalizio sarà infatti possibile acquistare la tessera Amico di Palazzo Strozzi, un modo unico per essere protagonista di tutte le nostre esposizioni, eventi e inaugurazioni usufruendo di vantaggi esclusivi fra i quali:

  • ingresso individuale gratuito illimitato alle mostre
  • un invito alle inaugurazioni valido per due persone
  • partecipazione alle visite guidate gratuite dedicate agli Amici
  • newsletter dedicata
  • convenzioni con altri musei/istituzioni

È possibile scegliere fra diverse tipologie di membership: Individuale, Special (dedicata agli under 26 e over 65 anni), Coppie, Famiglie, Amici+ e Patron.

La tessera Amico di Palazzo Strozzi è acquistabile presso la biglietteria nel cortile del Palazzo oppure online a partire da € 30,00.

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È inoltre possibile regalare l’ingresso ad una sola delle nostre mostre in corso o future.
Chi lo riceverà potrà entrare nelle sale quando desidera, saltando la coda!
Puoi acquistare i biglietti della mostra Il Cinquecento a Firenze, aperta fino al 21 gennaio 2018, oppure della prossima mostra Nascita di una nazione, dedicata alle tendenze artistiche in Italia tra la fine del secondo conflitto mondiale e il Sessantotto (dal 16 marzo 2018).

Prezzo a biglietto comprensivo della busta natalizia € 12,00
Anche i biglietti sono acquistabili presso la biglietteria di Palazzo Strozzi oppure online.

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Sia che tu decida di regalare la tessera Amico di Palazzo Strozzi oppure i biglietti delle mostre, il tuo regalo ti sarà consegnato in una speciale busta natalizia, disponibile solo presso la biglietteria di Palazzo Strozzi.

Maggiori informazioni:
amici@palazzostrozzi.org
Tel. 055 2645155

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Il Cinquecento a Firenze in 5 capolavori

Dal 21 settembre 2017 al 21 gennaio 2018, Palazzo Strozzi celebra l’arte del Cinquecento a Firenze, un’eccezionale epoca culturale e di estro intellettuale, tra “maniera moderna” e controriforma, tra la committenza dei Medici e della Chiesa.

Ultimo atto d’una trilogia di mostre, a cura di Carlo Falciani e Antonio Natali, iniziata con Bronzino nel 2010 e Pontormo e Rosso Fiorentino nel 2014, Il Cinquecento a Firenze riunisce un totale di oltre settanta capolavori tra dipinti e sculture, di cui diciassette restaurati per l’occasione – uno straordinario dialogo fra opere di artisti come Michelangelo, Bronzino, Giorgio Vasari, Rosso Fiorentino, Pontormo, Santi di Tito, Giambologna, Bartolomeo Ammannati.

Abbiamo selezionato per voi 5 capolavori fra le opere esposte a Palazzo Strozzi in questa grande mostra.

 

Andrea del Sarto, Compianto su Cristo morto (Pietà di Luco)

Siglata con il monogramma delle due A intrecciate, la tavola – restaurata per la mostra – fu eseguita per il monastero camaldolese di San Pietro a Luco di Mugello, dove l’artista si era rifugiato per sottrarsi all’epidemia pestilenziale che imperversava a Firenze. Opera di straordinaria chiarezza, è una riflessione sul tema del mistero dell’incarnazione eucaristica, fondamentale nella Chiesa dopo Lutero.

 width=Andrea del Sarto, Compianto su Cristo morto (Pietà di Luco), 1523-1524, olio su tavola, Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina

 

Alessandro Allori, Cristo e l’adultera

La tavola fu commissionata per la cappella di famiglia da Giovan Battista Cini, consigliere di Cosimo de’ Medici, drammaturgo che partecipò agli apparati per le nozze di Francesco e Giovanna d’Austria e in quell’occasione entrò forse in contatto con Allori. L’artista ambienta la scena in un’aulica architettura fiorentina, ma non rinuncia ai dettagli raffinati di tessuti, frange e merletti.
Il restauro dell’opera è stato reso possibile grazie al generoso contributo di Friends of Florence.

 width=Alessandro Allori, Cristo e l’adultera, 1577, olio su tavola, Firenze, Basilica di Santo Spirito

 

Giambologna, Crocifisso

Giambologna volle questo Crocifisso per la propria cappella funeraria nel coro della Santissima Annunziata. Il Cristo venne fuso probabilmente il 21 marzo 1598 insieme ai rilievi della base del monumento a Cosimo I di piazza della Signoria. Il Cristo morente, ancora privo del colpo sul costato, è pretesto per rappresentare un perfetto corpo atletico ma anche un sentimento di pietà controriformata.
Il restauro dell’opera è stato reso possibile grazie al generoso contributo di Friends of Florence.

 width=Giambologna, Crocifisso, 1598, Bronzo, Firenze, Basilica della Santissima Annunziata

 

Michele di Ridolfo del Ghirlandaio, La Notte

La Notte è trasposizione in pittura dell’analoga figura scolpita da Michelangelo per la tomba di Giuliano de’ Medici, duca di Nemours, nella Sagrestia Nuova. Inserita in uno scenario notturno, del marmo ripropone il copricapo con la stella e la mezzaluna, la maschera svelata dalla Notte e la civetta. Tosini ha inoltre aggiunto una clessidra, una lanterna e due maschere, simboli del tempo notturno e dell’inganno.

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Michele di Ridolfo del Ghirlandaio, La Notte, 1555-1565, olio su tavola, Roma, Galleria Colonna

 

Bartolomeo Ammannati, Ercole e Anteo

Il gruppo era sulla fontana grande della villa di Castello, nel giardino voluto da Cosimo de’ Medici. Ammannati nel dicembre del 1559 aveva pronto il modello per la fusione, avvenuta pochi mesi dopo. Il mito dell’eroe greco rispondeva al programma celebrativo di Ercole-Cosimo: la statua ne illustrava la vittoria sui nemici, simboleggiata dall’alto fiotto d’acqua che usciva dalla bocca di Anteo morente.

 width=Bartolomeo Ammannati, Ercole e Anteo, 1559-1560, bronzo, Firenze, Villa medicea della Petraia

 

Orario mostra
Tutti i giorni inclusi i festivi dalle ore 10.00 alle ore 20.00 (ultimo ingresso alle 19.00).
Ogni giovedì dalle ore 10.00 alle ore 23.00 (ultimo ingresso alle 22.00).

Se volete evitare qualsiasi coda ed entrare direttamente in mostra, è possibile acquistare il biglietto online.

 

 

Utopie Radicali. Oltre l’architettura

Utopie Radicali. Oltre l’architettura: Firenze 1966-1976 presenta per la prima volta insieme tutti gli architetti radicali di Firenze, a mezzo secolo di distanza dalla loro nascita e diffusione tra 1966 e 1976. Questa generazione di artisti, inizialmente studenti legati principalmente alla facoltà di Architettura di Firenze, è la prima in Italia a portare avanti una nuova visione della disciplina architettonica, alla ricerca di un inedito connubio tra l’utopia architettonica e la ricerca basata sulle tecnologie più avanzate.  width=
In diverse occasioni l’attività espositiva di Palazzo Strozzi ha toccato il tema della Firenze del dopoguerra
, un periodo in cui la nostra città era culturalmente vivacissima e contraddittoria. Nella mostra del 2016 su La grande arte dei Guggenheim, abbiamo visto come in Strozzina, nel 1949, venne presentata quasi in anteprima per l’Italia la collezione di Peggy Guggenheim, e come questa venne accolta con perplessità e ironia dalla gran parte dei fiorentini. Con la stessa circospezione, negli anni Settanta, il mondo culturale locale guardò all’esperienza di art/tapes/22, l’innovativo centro di video arte che portò in città molti artisti di calibro internazionale, tra cui il giovanissimo Bill Viola, come abbiamo raccontato nell’appena conclusa mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico.

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Queste due recenti esposizioni di Strozzi hanno rappresentato un ottimo preambolo per calarsi nell’atmosfera rievocata da Utopie Radicali.
Il movimento dell’architettura radicale nasce nella Facoltà fiorentina in quel 1966 segnato in città dal disastro dell’alluvione, da cui si è ripartiti per una riconsiderazione degli spazi urbani, e ha incontrato le provocazioni e il fermento del Sessantotto. In quelle aule, straordinario laboratorio ideale, è maturata una tendenza che, non solo in Europa, aveva già manifestato la necessità di un ripensamento della disciplina architettonica, che venne riformulata dando origine a un’architettura “spontanea” anche attraverso ironici happening che volevano, anche politicamente, riappropriarsi degli spazi pubblici.

Il pensiero critico dell’utopia radicale non è stato fenomeno locale, essendosi disseminato in ambito internazionale e diventando promotore dell’abbattimento delle frontiere disciplinari grazie a connessioni tra arti visive, musica e letteratura. Il movimento si è inoltre sviluppato in maniera spontanea, in un “ordinato disordine”, in una “ribellione pensata”, derivati dalla volontà di cancellare il passato e riformulare il presente.

 width= width=Vedute della mostra Utopie Radicali


La mostra fornisce la possibilità di riconsiderare personaggi e azioni che hanno caratterizzato un’epoca in cui Firenze si confrontava col panorama internazionale non solo in ambito architettonico, ma anche artistico e politico
. Utopie Radicali costituisce una straordinaria occasione, attraverso l’Osservatorio per le Arti Contemporanee, di una stretta collaborazione con la Fondazione CR Firenze, cui siamo legati in un progetto che vuol fare sempre più di Firenze una moderna capitale culturale. Una collaborazione allargata al Comune nella condivisione della volontà di riscoperta del passato recente della città, così importante anche per le più aggiornate esperienze internazionali che da quel periodo traggono ispirazione.

 width= width=Vedute della mostra Utopie Radicali

 

La Fondazione Palazzo Strozzi desidera perciò ringraziare i curatori Pino Brugellis, Gianni Pettena, Alberto Salvadori, e con loro Elisabetta Trincherini, per aver pensato a una mostra in grado di interessare un pubblico differenziato e anche di sollecitare nuovi dibattiti.

Arturo Galansino
Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi

 width=Installazione della serie Urboeffimeri del gruppo UFO nel cortile di Palazzo Strozzi

 

La mostra Utopie Radicali è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi, Fondazione CR Firenze e Osservatorio per le Arti Contemporanee. Con il supporto di Comune di Firenze, Camera di Commercio di Firenze, Associazione Partners Palazzo Strozzi e Regione Toscana e con la collaborazione scientifica di CCA-Centre Canadien d’Architecture. Con la partecipazione di Gervasi S.p.A e Mercato Centrale Firenze.

Foto Dario Lasagni

Il Fuorimostra del Cinquecento a Firenze e in Toscana

Dal 21 settembre 2017 al 21 gennaio 2018 Palazzo Strozzi ospita Il Cinquecento a Firenze, una straordinaria mostra che celebra l’arte fiorentina del XVI secolo tra “maniera moderna” e controriforma, sacro e profano, attraverso oltre settanta dipinti e sculture tra cui capolavori assoluti di Michelangelo, Andrea del Sarto, Giorgio Vasari, Santi di Tito, Alessandro Allori, Giambologna, provenienti dall’Italia e dall’estero, molti dei quali restaurati per l’occasione ed esposti a confronto per la prima volta insieme, come le tre Deposizioni di Pontormo, Rosso Fiorentino e Bronzino.

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Al fine di esaltare la fondamentale rete di collaborazioni con musei e istituzioni del territorio e la collaborazione con la Direzione Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, Palazzo Strozzi propone il FUORIMOSTRA del Cinquecento a Firenze e in Toscana: un ampio itinerario tra luoghi di Firenze e della Toscana che si pone l’obiettivo di valorizzare mete e beni del territorio e celebrare una stagione unica per la storia dell’arte. Un periodo segnato dalle grandi imprese volute da Francesco I de’ Medici, il più geniale rappresentante del mecenatismo di corte in Europa, e dalle straordinarie commissioni destinate ad ambienti ecclesiastici a seguito delle nuove norme stabilite dal concilio di Trento.
 width=Veduta della cappella privata della duchessa Eleonora di Toledo a Palazzo Vecchio

L’esposizione trova così una diretta prosecuzione in diversi luoghi di Firenze e della Toscana, in musei e istituzioni fiorentini fra i quali la Basilica della Santissima Annunziata, la Basilica di San Marco, la Basilica di Santa Croce, la Basilica e il complesso di Santa Maria Novella, il Museo di Palazzo Vecchio e le Gallerie degli Uffizi a Firenze, ma anche con le città di Arezzo, Prato e Volterra, permettendo la creazione di specifiche collaborazioni culturali con l’obiettivo di valorizzare luoghi quali ad esempio la Casa Museo Ivan Bruschi, la Chiesa e convento dei Santi Vincenzo Ferrer e Caterina de’ Ricci e la Pinacoteca e Museo civico di Volterra.

 width=Veduta della Tribuna degli Uffizi
 width=Veduta della Pinacoteca e del Museo civico di Volterra

Il FUORIMOSTRA del Cinquecento a Firenze e in Toscana (sempre scaricabile e gratuito) vi condurrà, grazie a una guida e a una mappa, in un itinerario con cui scoprire e approfondire l’arte di questo periodo.

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