“Cosa state facendo?” “E ora che i musei sono di nuovo chiusi su cosa lavorate?” “Che cosa fate tutti i giorni?” Queste sono solo alcune delle domande che ci sentiamo rivolgere in questo periodo. In realtà, ogni giorno, in presenza o da remoto, ognuno di noi a Palazzo Strozzi sta lavorando per portare avanti tanti progetti, alcuni destinati a compiersi nei prossimi mesi, altri che vedranno la luce negli anni a venire.
A un anno esatto dall’inizio della pandemia che ha cambiato il nostro mondo, come tutte le istituzioni culturali italiane ci ritroviamo nuovamente di fronte alla chiusura di mostre e musei, questa volta a intermittenza. Le conseguenze sul mondo dell’arte, e non solo, sono sotto gli occhi di tutti. Abbiamo dovuto adeguare i nostri programmi all’insegna della flessibilità, modificare la programmazione delle grandi mostre e delle attività quotidiane con i nostri visitatori, cambiare le modalità con cui interagiamo con ogni singola persona. L’abbiamo fatto negli ultimi dodici mesi con la riapertura della mostra Tomás Saraceno. Aria a giugno, sperimentando nuove forme di visita e di interazione con il nostro pubblico, e a dicembre con la grande installazione We Rise by Lifting Others di Marinella Senatore, che ci ha dato l’opportunità di ricreare un senso di comunità tra il fisico e il digitale. Abbiamo dato il meglio di noi, e continueremo a farlo.
Ogni giorno, tutto il nostro gruppo di lavoro è all’opera, da chi si occupa di comunicazione e promozione a chi elabora progetti educativi, da chi è impegnato sulle pubblicazioni e da chi gestisce gli spazi e gli allestimenti fino a chi sovrintende alla nostra amministrazione. Si lavora ai prossimi progetti espositivi e artistici, alle nuove modalità di dialogo con i nostri pubblici, all’analisi dell’anno che abbiamo da poco lasciato alle spalle. Sono attività che hanno da sempre caratterizzato il lavoro della nostra Fondazione, fin dalla sua nascita ormai quindici anni fa. Proprio in questo periodo stiamo dedicando ancora più attenzione ai piccoli dettagli, per poter offrire il meglio in un anno che si prospetta ancora difficile e ricco di sfide.
Per questo 2021 stiamo lavorando – anzi, siamo in dirittura d’arrivo – nella preparazione di American Art 1961-2001. I lavori per l’allestimento delle sale sono già quasi terminati: i nostri spazi sono in attesa di accogliere le opere in arrivo dal Walker Art Center di Minneapolis e i futuri visitatori che potranno così scoprire una straordinaria selezione di opere che testimoniano la storia dell’arte americana, da Andy Warhol a Kara Walker. Insieme alla mostra, stiamo predisponendo un ricco public program, con appuntamenti fisici e online, che permetterà di far conoscere a fondo i grandi artisti esposti ma anche questi quarant’anni di storia. In parallelo, il nostro direttore Arturo Galansino e il curatore Joachim Pissarro continuano a lavorare alla grande mostra Jeff Koons. Shine, in calendario per il prossimo autunno.
La nostra attività, tuttavia, non si ferma qui. Ci sono molti altri progetti e fondamentali spazi del palazzo sono interessati da importanti interventi, come la nostra biglietteria, che sarà più accogliente e luminosa e allo stesso tempo adeguata alle nuove necessità dettate dalle regole di distanziamento. Ma stiamo lavorando anche per i prossimi anni. Per rispettare l’alternarsi a Palazzo Strozzi di mostre di arte moderna, contemporanea e di cosiddetti “old masters”, per la primavera del 2022 stiamo organizzando una straordinaria esposizione su uno dei più amati artisti del Rinascimento fiorentino. Infine, non mancano molti giorni a un grande appuntamento che vedrà protagonisti gli spazi pubblici del Palazzo: una sorpresa che sicuramente lascerà un segno per il forte significato e l’impatto visivo dell’intervento.
Ecco perché alla domanda “cosa state facendo?” rispondiamo: “stiamo lavorando per voi!”.
In copertina: il cortile di Palazzo Strozzi. Foto Alessandro Moggi.