Palazzo Strozzi presenta Tracey Emin. Sex and Solitude, la più grande mostra mai realizzata in Italia dedicata a una delle più famose e influenti artiste nel panorama contemporaneo.
Curata da Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi, l’esposizione permette di immergersi nella poliedrica attività di un’artista che spazia tra pittura, disegno, video, fotografia e scultura, sperimentando tecniche e materiali come il ricamo, il bronzo e il neon. Il titolo fa riferimento a due parole chiave, sesso e solitudine, che permeano le oltre 60 opere di un percorso che attraversa diversi momenti della carriera di Tracey Emin, dagli anni Novanta a oggi, in un intenso viaggio sui temi del corpo e del desiderio, dell’amore e del sacrificio. Molte delle opere sono presentate in Italia per la prima volta, assieme a nuove produzioni, in diversi media, realizzate in occasione dell’esposizione.
Celebre per un approccio diretto e crudo nella sua arte, Tracey Emin dà vita a opere in cui momenti intimi e privati si trasformano in metafore esistenziali che riflettono sulla sessualità o la malattia, sulla solitudine o l’amore. Attraverso una ricerca onesta e fortemente autobiografica, Emin traduce esperienze personali in opere intense e potenti, in cui il linguaggio diretto ed esplicito delle sue celebri frasi al neon si unisce alla forte materialità dei suoi dipinti e delle sue sculture.
Tracey Emin. Sex and Solitude è promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi. Sostenitori pubblici: Comune di Firenze, Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Camera di Commercio di Firenze. Sostenitori privati: Fondazione CR Firenze, Intesa Sanpaolo, Fondazione Hillary Merkus Recordati, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi.
Main Sponsor: Gucci.
Tracey Emin
Tracey Emin DBE RA è nata nel 1963 a Croydon, Londra, ed è cresciuta nella città costiera di Margate. Nell’arco della sua carriera ha sviluppato una pratica artistica che spazia tra disegno, pittura, arazzi, ricami, film, sculture in bronzo e installazioni al neon. L’artista trae ispirazione dalla propria vita, facendo riferimento a esperienze profondamente intime: dalla sua storia sessuale agli abusi subiti, dall’aborto alle relazioni affettive, fino, più recentemente, al cancro e alle sfide legate alla sua salute.
Nel 1999 ha attirato enorme attenzione mediatica quando è stata candidata al Turner Prize e ha esposto My Bed alla Tate Gallery di Londra. Da quel momento la carriera di Emin ha conosciuto una crescita costante: nel 2007 ha rappresentato il Regno Unito alla 52° Biennale di Venezia e nel 2011 è stata nominata Professore di Disegno presso la Royal Academy, diventando una delle due prime donne a ricoprire questo ruolo nella storia dell’istituzione.
Oggi Emin è ampiamente riconosciuta a livello istituzionale. Recentemente ha inaugurato a Margate i Tracey Karima Emin (TKE) Studios, uno spazio professionale per artisti interamente da lei sovvenzionato, che include anche la Tracey Emin Artist Residency (TEAR), una residenza artistica gratuita in studio.
Nel 2024 è stata insignita del titolo di “Dame” nell’ambito dei premi conferiti in occasione del compleanno del re, come riconoscimento del suo contributo all’arte.
La mostra presenta contenuti che includono rappresentazioni della sessualità e del corpo che potrebbero risultare sensibili per alcune persone. Si raccomanda l’accesso ai minori di 14 anni solo se accompagnati da una persona adulta.
In copertina: Tracey Emin, I waited so Long (det.), 2022. Photo: HV-Studio. Courtesy of the Artist and Xavier Hufkens, Brussels ©Tracey Emin. All rights reserved, DACS 2024.