Dedicata alla produzione giovanile di maestri che hanno avuto un ruolo decisivo per gli esordi dell’arte moderna, la mostra prende in esame il periodo pre-cubista di Picasso con suoi lavori anteriori al 1907, mentre le opere di Miró realizzate fra il 1915 e il 1920 sono presentate in relazione con quelle di Dalí del quinquennio 1920-1925 per porre in evidenza le differenze e relazioni stilistiche che caratterizzano il periodo precedente all’adesione dei due artisti alla poetica del Surrealismo.
La mostra Picasso, Miró, Dalí. Giovani e arrabbiati: la nascita della modernità curata da Eugenio Carmona e Christoph Vitali, presenta più di sessanta opere della produzione giovanile di Picasso, Miró e Dalí e oltre cento schizzi picassiani, provenienti dai più importanti musei spagnoli, dal Metropolitan Museum of Art e da collezioni private.
Cresciuti in Catalogna, i tre artisti raggiunsero la fama in Francia, dove i primi due scelsero di vivere e costruire la propria carriera, mentre Dalí decise di rimanere in Spagna. L’esposizione è strutturata come un film composto da flashback che rinviano a una serie di incontri che viaggiano a ritroso per riannodare le fila di un racconto: comincia con la visita di Dalí a Picasso (1926), traccia poi la nascita della modernità attraverso le risposte di Dalí a Miró, evidenzia l’incrocio fra Miró e Picasso (1917) e termina ancor prima dell’arrivo del giovanissimo Picasso a Parigi nel 1900, all’inizio del nuovo secolo.
Esposto in questa mostra per la prima volta fuori dalla Spagna il quaderno di Picasso Cahier 7 del 1907, che raccoglie i primissimi schizzi per il suo rivoluzionario capolavoro Les Demoiselles d’Avignon, che hanno rappresentato sollecitazioni fortissime per Dalí e Miró e in generale punto di partenza per la nascita del linguaggio dell’arte moderna.