La mostra American Art 1961-2001 continua online sulla piattaforma American Art On Demand. Grazie alla collaborazione con il Cinema La Compagnia-Fondazione Sistema Toscana e MYmovies, i possessori del biglietto di ingresso alla mostra hanno accesso a una speciale sala virtuale, costituita da una selezione di opere video fruibili in streaming che testimoniano il lavoro di artisti, come Vito Acconci, Nam June Paik, Dara Birnbaum e Dan Graham, che hanno utilizzato le immagini in movimento nell’ambito della performance, dell’arte concettuale e dell’estetica postmoderna.
In occasione della visita alla mostra, alla fine del percorso espositivo, ti sarà fornito uno speciale codice di accesso. Una volta a casa, iscriviti alla piattaforma Più Compagnia e MYmovies e inserisci il codice alfanumerico per poter fruire delle opere video.
Accedi alla sala virtualeCarolee Schneemann
Meat Joy
1964-2010, 10’35’’
Schneemann usa il proprio corpo denudato per fini sovversivi e provocatori, riscrivendo la storia dell’arte mettendo e sfidando i tabù che ostacolano la manifestazione di una sessualità aperta, pubblica e femminile.
Nam June Paik
TV Cello Premiere
1970, 7’25’’
Un manifesto dell’arte intermediale: una commistione senza precedenti di scultura, immagine in movimento, performance live, suono e cultura pop.
Vito Acconci
Theme Song
1973, 33’15’’
Sdraiato a terra, con la testa vicina all’obiettivo, Acconci parla direttamente in camera e, mentre fuma una sigaretta, cerca di sedurre il suo pubblico: un’inquietante riflessione sulla complessa presenza della matrice di desiderio e manipolazione insita nei mass media.
Dara Birnbaum
Technology/Transformation: Wonder Woman
1978-1979, 5’50’’
Un’opera dedicata alla rappresentazione massmediatica di donne, potere e sessualità, basata sull’utilizzo di spezzoni isolati e ripetuti della serie Wonder Woman degli anni Settanta in cui la donna comune Diana Prince si trasforma nella super eroina.
Dan Graham
Rock My Religion
1982-1984, 55’27’’
La produzione di Graham può leggersi come una riflessione sulla condizione umana nell’era postmoderna. In Rock My Religion l’artista identifica la cultura della musica rock dell’America del secondo dopoguerra come una forma di religione catartica e secolare.
Martha Rosler
If it’s Too Bad to Be True, it Could Be DISINFORMATION
1985, 16’26’’
Utilizzando originale materiale giornalistico, Martha Rosler mette in discussione l’autorevolezza dei media mettendo sotto accusa la natura deliberatamente propagandistica dell’informazione quando al servizio della politica.