Negli ultimi anni le mostre di Palazzo Strozzi sono diventate il terreno di confronto per giovani artisti, critici e graphic designer delle principali accademie d’arte della Toscana. Sfruttando il potenziale educativo dell’arte, decine di studenti hanno avuto l’opportunità di mettersi in dialogo con le opere di importanti artisti del passato come Donatello o Verrocchio, e contemporanei come Maurizio Cattelan, Damien Hirst, Barbara Kruger, Yan Pei-Ming. Questi incontri hanno permesso lo sviluppo di ricerche in ambito visivo e critico seguendo precisi percorsi tematici. Tra marzo e giugno 2024 ottanta studenti provenienti dall’Accademia di Belle Arti di Firenze, Accademia di Belle Arti di Carrara, Accademia Italiana, California State University, Fondazione Studio Marangoni, Istituto Marangoni Firenze e LABA – Libera Accademia di Belle Arti, si sono confrontati con il complesso e stratificato rapporto tra Storia e memoria, utilizzando il lavoro di Anselm Kiefer come punto di partenza. Memory Containers è il progetto nato da questo incontro.
Who controls the past now controls the future. Who controls the present now controls the past.
Come si forma la Storia e come l’arte può renderla visibile? Cos’è importante ricordare e cosa far cadere nell’oblio? Quanto la riflessione sul passato può influenzare e incidere sul nostro futuro? Nella nostra epoca coesistono radicali polarizzazioni: da una parte il fenomeno della cancel culture ha avviato un processo di rimozione di immagini, personaggi e simboli scomodi, basato sulla revisione della Storia secondo i valori morali e culturali contemporanei, dall’altra viviamo con l’ossessiva necessità di registrare quello che facciamo e diciamo in ogni momento. Tutto quello che conserviamo – parole, immagini ed esperienze – deve essere archiviato, in modo da garantire una copia del nostro presente, accessibile in un ipotetico futuro. La mole di questa memoria immateriale è tale che si progettano e realizzano immensi data center, le sedi fisiche dei server che contengono tutti i nostri dati digitali.
Queste sono state le prime riflessioni sul tema della memoria condivise con i docenti e gli studenti, il passaggio successivo è stato quello di approfondire il tema dei “contenitori di memoria” attraverso il rapporto con l’arte di epoche diverse, un percorso tra pittura, scultura, video e installazione finalizzato ad approfondire diverse prospettive sul tema. Siamo partiti con l’incisione di Piranesi La colonna Traiana, abbiamo ripercorso la storia dell’iconico dipinto La zattera della Medusa di Théodore Géricault, per passare a osservare il tema della Storia in una dimensione più concettuale e contemporanea tramite le sculture CITTÀDIMILANO e Clessidra di Giorgio Andreotta Calò e Le teste in oggetto di Rossella Biscotti presentate nella mostra al Museion di Bolzano dal significativo titolo L’avvenire non può che appartenere ai fantasmi – ripreso da una citazione del filosofo francese Jaques Derrida. Il video Rich Cat Dies of Heart Attack in Chicago di Fernando Sánchez Castillo è stata l’ideale prosecuzione del percorso, ci siamo poi addentrati in alcune opere particolarmente significative, presentate a Palazzo Strozzi in occasione della mostra Reaching for the Stars (2023), come 9/12 Front Page di Hans Peter Feldmann e Return to the World di Adrián Villar Rojas che proprio nel catalogo della mostra affermava: “E se potessimo vedere e pensare noi stessi – l’umanità – da una prospettiva aliena? Distaccata, senza pregiudizi, persino amorale? E se potessimo vedere e pensare noi stessi dall’estremità del nostro percorso compiuto?” Abbiamo chiuso citando la grande mostra di Damien Hirst Treasures from the Wreck of the Unbelievable a Palazzo Grassi e Punta della Dogana del 2017, in cui erano esposti decine di reperti risalenti a un passato affascinante, ma mai esistito.
Questi approfondimenti si sono arricchiti con i talk degli artisti Aleksandar Ðuravčević e Marco Mazzoni che hanno condiviso alcuni snodi concettuali della loro ricerca perfettamente in linea con il nostro tema, suggerendo ulteriori approcci.
Abbiamo proseguito con letture condivise e con l’immancabile visita alla mostra Anselm Kiefer. Angeli caduti a Palazzo Strozzi. Per incentivare lo scambio tra tutti gli studenti e innalzare la qualità della ricerca, abbiamo fatto un’esperienza di revisione collettiva durante la quale i giovani artisti si sono confrontati con i docenti delle varie accademie coinvolte; suddivisi in tavoli di lavoro i partecipanti hanno condiviso l’avanzamento del proprio lavoro aprendo un dialogo critico con i colleghi e i docenti.
Gli studenti avevano un solo vincolo (oltre, ovviamente, all’aderenza al tema) quello di sviluppare un progetto da presentare nelle pagine del magazine Microcosmo Palazzo Strozzi, la pubblicazione annuale che la Fondazione Palazzo Strozzi dedicata alle attività educative rivolte alle scuole e alle accademie d’arte.
Memory Containers nasce quindi dal confronto con la mostra dedicata ad Anselm Kiefer a Palazzo Strozzi, si articola in vari momenti di approfondimenti e trova la sua restituzione finale in un magazine dove si susseguono progetti artisti e testi critici, il tutto impaginato seguendo le intuizioni di un gruppo di studenti di grafica.
Durante la selezione dei progetti per Microcosmo Palazzo Strozzi ci siamo resi conto di alcuni temi ricorrenti ed elementi di continuità tra le proposte, abbiamo pertanto deciso di creare cinque sezioni in cui raggrupparle: Memorie familiari, Ricordi alterati, Dispositivi di memoria, Tradizioni e simboli e Raccolte. Ogni sezione propone una particolare chiave di lettura del tema e offre una classificazione dei contenuti (visivi e testuali) suggerendo percorsi di senso.
La versione completa del magazine è scaricabile da qui
Di seguito gli estratti di alcuni progetti delle diverse sezioni
ANNA RATAJCZYK, Memorie di un bosco
Sono cresciuta sulle macerie dei ricordi. La mia infanzia è satura di rimembranze, ne è stata impregnata. Racconti di guerre, rivolte, migrazioni, spostamenti, scomparse: le storie vivevano in me, crescevano, affondavano le radici negli abissi del passato. A volte queste spuntavano timidamente fuori, allora andavano potate, e ciò provocava dolore. […]Nel mio racconto per immagini affronto il tema del tempo sospeso. Parlo di ordini dell’amore spezzati, e della permanenza della memoria come del più potente lenitivo contro il senso di caducità, del ricordare come modo di rimanere cuciti al tessuto della vita.
SOFIA LUNARDI, Memorie di una vita
Immaginate di perdere qualsiasi tipo di memoria, come se milioni di foto e video archiviati in anni finissero poco per volta in un backup involontario e il nome di chi avete amato e amate non avesse più un volto, a quel punto il vostro vissuto non vi apparterrebbe più e la vostra personalità nemmeno; sareste un contorno, un frammento di voi stessi, e anche il vostro volto non esisterebbe più, perché non ne ricordereste la fisionomia.
PIETRO FAZZINI, Camera mentis
La fotografia è come un deposito di memoria così come lo è la nostra mente: per questo penso alla nostra mente come a una camera oscura. Camera mentis comincia da qui, e prende le mosse dalle riflessioni suscitate dalla lettura di alcuni testi. A ispirarmi in particolare è stato il concetto di “Tempo sferico” introdotto dal filosofo italiano Andrea Emo e ripreso dal fisico Carlo Rovelli nel suo libro L’ordine del tempo. Come spiega Rovelli, in una visione sferica il tempo non è una freccia che punta dal passato verso il futuro, ma piuttosto un cerchio, dove ogni istante è equidistante dal centro. In questa sfera temporale, passato, presente e futuro coesistono simultaneamente, intrecciati in un eterno presente…
KEXIN HU, Rinascita
Le pietre bruciate dalle fiamme simboleggiano la rinascita dopo le sofferenze e le difficoltà, mentre le antiche scritture sono portatrici della storia e delle memorie collettive di diverse civiltà, che conservano il loro valore e il loro significato nonostante il passare del tempo. […] Non si tratta solo di un omaggio al passato, ma anche di un monito per il futuro, per ricordare che, nonostante il tempo porti con sé cambiamenti e sfide, la vera essenza della cultura e della memoria storica permane.
MARCO CHIESA, C.d.M.
C.d.M. è la storia del Quartiere 2 di Firenze, oggi. “Qual è la tua storia qui?” è stata la domanda posta a tutti, allo stesso modo, capace di strappare la memoria dal suo contenitore, costringendola a manifestarsi nel flusso dell’inchiostro. Si tratta di una memoria collettiva, di comunità, che ha ragione di esistere tanto nell’insieme quanto nel singolo. La Storia è fatta di storie, e questo progetto vuole esserne un esempio.
Memory Containers è stato realizzato con la collaborazione dei docenti: Giovanna Bianco, Walter Conti, Davide Daninos, Franco Fiesoli, Elmar Giacummo, Matteo Innocenti, Domenico Antonio Mancini, Lucia Minunno, Veronica Montanino, Mara Nerbano, Dario Orlandi, Miriana Pino, Marco Raffaele, Roberto Rocchi, Chiara Ruberti e Marsha Steinberg.
Il progetto, insieme al magazine, sono stati presentazione il 18 luglio 2024 a Palazzo Strozzi nella sala conferenze della Strozzina.