Da quando ha fatto la sua prima comparsa negli anni Sessanta, la videoarte è diventata uno dei mezzi più significativi dell’espressione artistica contemporanea. La versatilità dello strumento tecnico la rende infatti una forma d’arte capace di prendere posizione su questioni sociali, politiche e antropologiche, come pure di rivestire sguardi più introspettivi e personali, caratterizzandosi quale fertile terreno di confronto e dialogo con gli altri media tramite un linguaggio ibrido che stimola l’immaginazione e il pensiero critico degli artisti.
Nel corso della sua storia la videoarte ha ripensato e rinnovato la ricerca sulla dimensione sonora, l’uso della parola e dei testi; ha esplorato la gamma degli effetti visivi che l’immagine elettronica consente sviluppando nuovi meccanismi di senso riposti nell’immagine in movimento. Soprattutto a partire dagli anni Novanta sono state elaborate strategie narrative e nuove indagini non solo rispetto alle possibilità espressive intrinseche, ma anche mutuando stimoli e suggestioni da altri generi come pittura, scultura, fotografia, cinema nonché dal linguaggio televisivo, la letteratura, la danza e il teatro.
Curata da Anita Beckers, Worlds on Video – International Video Art presenta una panoramica internazionale su quanto è stato recentemente prodotto nel campo della videoarte da alcuni dei suoi più significativi protagonisti. La mostra mette a confronto le opere di 33 artisti di varia origine e provenienza, concentrandosi principalmente sulla eterogeneità delle soluzioni espressive, delle tecniche e dei linguaggi adottati. L’interesse degli artisti spazia da un’analisi del mezzo tecnologico e delle sue specifiche potenzialità, ad un utilizzo pittorico o fotografico dello schermo, sino a numerosi riferimenti e tangenze con il cinema.
La mostra pone dunque in primo piano le diverse strategie artistiche impiegate nella videoarte, dal taglio documentaristico scelto da Harun Farocki e Alfredo Jaar, alle sottili commistioni tra fiction e documentario di Charlotte Ginsborg, fino alla realizzazione di complesse e articolate messinscena che si avvicinano al dispositivo del teatro in Victor Alimpiev.
Talvolta le citazioni dalla storia del cinema diventano materia su cui operare la decostruzione dell’impianto narrativo e illusionistico che sta alla base dell’industria hollywoodiana, mentre l’utilizzo di alcuni elementi propri del linguaggio cinematografico acquista autonomia espressiva e si arricchisce di significati altri come la psiche e la sfera dei sentimenti umani nel lavoro di Jesper Just.
L’animazione in 3D di Philippe Grammaticopoulos, l’accostamento alla tecnica formale e narrativa del fumetto di Kota Ezawa, l’essenzialità e il minimalismo delle inquadrature fisse che strutturano i lavori di Marina Abramovic e Sislej Xhafa, sono ulteriori esempi dell’ampia gamma di possibilità espressive che caratterizzano la videoarte. L’intenzione è di offrire al pubblico una selezione di opere attraverso le quali istituire un confronto tra i diversi approcci artistici, e di scoprire tanto le differenze – determinate dai diversi contesti culturali – quanto gli elementi comuni, prodotti dal clima di crescente globalizzazione del mondo dell’arte.
Per Worlds on Video sono state selezionate esclusivamente opere a canale singolo, presentate ognuna su un proprio schermo, in modo tale da funzionare nel suo insieme come una sorta di biblioteca grazie alla quale il fruitore può mettere a confronto le diverse posizioni presentate
L’allestimento invita il visitatore ad osservare approfonditamente le singole opere, entrando in intimità con esse, in un rapporto esclusivo; il biglietto ad ingresso multiplo consente ed incoraggia una visita ripetuta.
Le schede di Tasja Langenbach, dedicate a ciascuna opera, offrono ai visitatori un filo conduttore, portando avanti il progetto didattico della Strozzina. Il pubblico verrà introdotto alla conoscenza del linguaggio video con l’ausilio di un ricco materiale informativo, ed il programma di mediazione d’arte, a cura del dipartimento di educazione del CCCS, proporrà molteplici e variate occasioni di approfondimento.
La selezione presentata è stata possibile grazie alla disponibilità di collezionisti e curatori a sostenere il progetto. Un ringraziamento particolare per il loro prezioso appoggio va a Heather & Tony Podesta, Washington; Isabelle & Jean-Conrad Lemaitre, Londra; Manuel de Santaren, Boston; Pedro Mendes Siruffo, Belo Horizonte; Julia Draganovic, Napoli; Claudia Löffelholz, Modena. Ancora, a Melissa Schonder, Washington; Liliana Rodriguez e Yvonne Siebig, Francoforte, e a tutte le gallerie degli artisti presentati per la cortese collaborazione.